Volunia può essere considerato il simbolo dell’innovazione italiana? Non è facile rispondere con certezza questa domanda a poche ore dalla presentazione ufficiale di questo nuovo motore di ricerca social. Specialmente dopo che la conferenza è partita con qualche inceppo: il proiettore che non funzionava, perché non era stato acceso, la mancanza di sottotitoli in altre lingue, nonostante la presentazione fosse stata annunciata a livello mondiale. In fin dei conti tutto ciò può essere considerato poca cosa rispetto a ciò che comunque il nuovo motore di ricerca promette.
Solo il tempo potrà dare ragione e potrà stabilire se quello di Volunia sarà un vero successo. È certo comunque che la ricerca italiana questa volta è riuscita a mettere a punto qualcosa di straordinario, almeno nelle intenzioni, ricordandoci tra l’altro che fare ricerca in Italia per promuovere l’innovazione non è molto facile, soprattutto a causa delle poche risorse economiche a disposizione.
A Massimo Marchiori interessa realizzare qualcosa che possa migliorare la nostra interazione in rete, qualcosa che possa promuovere la condivisione della conoscenza. Eppure, anche se Volunia dovesse fallire, non sarebbe un fallimento totale.
Potrebbe verificarsi ciò che è successo anche con Bing: un motore di ricerca realizzato da uno studente italiano, Lorenzo Thione, che è stato venduto Microsoft per 100 milioni di dollari.
Quindi, anche se Volunia non dovesse conquistare il web, molte delle sue funzionalità potrebbero sicuramente essere oggetto di attenzione da parte di Google o di Facebook.
Anche in casi come questi l’innovazione italiana avrebbe giocato il suo ruolo fondamentale.