Twitter: come funziona

[galleria id=”26″]Intanto, metto le mani avanti: sebbene ne conosca bene le vicissitudini e le fortune, Twitter lo uso da poco, perchè tra blog e altri social network ritenevo di aver già fatto il pieno. Eppure, da quando ho iniziato ad aggiungere persone, mi sono reso conto che, nonostante l’essenzialità o forse proprio grazie ad essa, Twitter ha un fascino tutto suo, che lo allontana tanto dai vari Facebook quanto dagli instant messenger. Se non avete mai messo mano su questo servizio, potreste rimanere un po’ confusi all’inizio, quindi ho deciso di mettere assieme una piccola introduzione per gli “utenti di primo pelo”.

Unirsi a Twitter è piuttosto semplice… anche più di quanto non fosse offrisi volontario nell’esercito durante la Prima Guerra Mondiale :). Basta infatti andare alla pagina principale e cliccare su Get Started - Join. E’ sufficiente inserire il vostro username (vero o pseudonimo che sia) e siete già pronti a partire. Potrete anche scegliere fra la diffusione esclusiva di update privati (utile nel caso intendiate usare Twitter come mezzo di comunicazione fra amici, perchè li leggeranno solo loro) e pubblici (la scelta giusta se siete blogger a caccia di ogni mezzo per ottenere altra popolarità). Chiaramente, se scegliete di twitterare pubblicamente, dovrete cercare di ricordarvene e di evitare informazioni troppo private.

Come funziona?
Vi ritroverete con una vostra pagina personale. In alto ci sarà un box sovrastato dalla domanda esistenziale “What are you doing?”. Potete battere all’interno di essa messaggi che arrivano al massimo a 140 caratteri, come negli sms. Nessuna possibilità di abbandonarsi alla logorrea, direi… Ed è questo che rende Twitter unico ed interessante. Scrivete pure il vostro primo update e postatelo! Apparirà come il primo di una lista illimitata di tweet (così si chiamano in gergo), che presto si andrà a rimpinguare… con quelli degli altri!

Seguire gli altri utenti
Ora che siete calati in questo mondo, potete mandare il vostro indirizzo (che sarà fatto così: http://twitter.com/nomeutente) agli amici, e/o scoprire quali persone interessanti (conosciute o no) hanno già un account. Queste ultime le potete seguire cliccando su Follow nelle loro rispettive pagine e loro possono seguire voi facendo lo stesso (se seguite qualcuno, viene loro notificato).
E’ così che Twitter prenderà la sua vera forma: tutti gli aggiornamenti delle persone a cui siete iscritti appariranno sulla vostra pagina Home, e i vostri su quelle di coloro che vi seguono. Se cliccate sulla freccetta accanto ai post degli altri, potete rispondergli: il vostro aggiornamento apparirà preceduto da un @utente, tanto per rendere evidente che si tratta di una risposta. Ovviamente, è inutile dirigere post a chi non vi sta seguendo!
In definitiva, su Twitter si possono aggiornare gli altri sulla nostra vita o creare vere e proprie discussioni, un po’ come in una chat room meno frenetica, e in modo meno dispersivo che nei commenti dei vari forum o social network.

Stelline e URL
Differenziare fra i post non è molto facile, perchè non ci sono tag. Al massimo esistono delle stelline, simili a quelle ritrovate in Gmail, che permettono di marchiare a fuoco i tweet che riteniamo più significativi. Questo approccio mantiene la semplicità del servizio, suppongo.
Allo stesso modo, anche il problema delle URL è stato risolto in modo molto razionale: grazie al servizio TinyURL, vengono ridotte al minimo indispensabile, per ridurne l’impronta nei vostri messaggi di massimo 140 caratteri.

Personalizzazioni
Ora che twitterate come delle divinità Web 2.0 potrebbe interessarvi dare un volto più umano alla vostra pagina. Beh, è personalizzabile, esattamente come quella di MySpace (cercate in Settings), ma per l’amor di Dio evitate di seguire quel tipo di esempio.
Inoltre, potreste anche voler evitare di usare Twitter come una web app. Nulla di più facile: esistono moltissimi software che vi permettono di seguire Twitter dal vostro desktop. Una delle migliori è certamente Thwirl.

A cosa serve davvero Twitter?
Questa è una domanda dannatamente buona. Non credo che ci sia una risposta univoca. Per molti è un mezzo utile a comunicare le proprie condizioni, quello che stanno facendo, tutti i pensieri che passano loro per la testa. Lo potremmo definire come gli americani: life streaming. Ci sono molti metodi e varianti di questa funzione: se tutti i vostri amici o colleghi sono su Twitter, è più facile gestire uscite serali, meeting o persino la vostra vita domestica. E’ certamente meno fastidioso e “rompino” degli IM, e molto più sociale di una catena di email. E a questo possiamo anche aggiungere un’esposizione generica e duratura: i vostri messaggi sono pubblici ed eterni.
L’utilizzo più proficuo, però, è quello che si sta sviluppando in modo indiretto: grazie al successo della piattaforma, molti blogger o professionisti dell’informazione online hanno iniziato ad usare i tweet per diffondere i propri contenuti. Sta diventando uno strumento utile per fare “carriera” nel mondo dei blog, insomma. E’ relativamente facile farsi un sacco di conoscenze su questo network, seguendo decine e decine di contatti spesso prontissimi a reciprocare l’attenzione. Basta un tweet interessante (come se fosse facile!) per attirare lo sguardo di qualche pezzo grosso, ed aumentare le proprie visite esponenzialmente! D’altro canto c’è sempre il pericolo di essere visti come spammer, cosa che sarebbe decisamente controproducente.

Considerazioni Finali
Non ho detto nulla di nuovo, ho solo comunicato le opinioni di chi ama Twitter e gli dedica una vasta fetta della propria vita online. Come tutti questi servizi del Web 2.0, questo social network vi può essere utile solo qualora decidiate di abbracciarlo con decisione, promuovendolo presso le vostre amicizie e usandolo assiduamente. Come il cellulare, una pagina di Twitter serve solo quando le riconosciamo un ruolo attivo e così fanno le persone che ci circondano. Le premesse per una tale utilità ci sono: al momento si sta diffondendo con entusiasmo sempre maggiore in Italia, anche se per ora gli manca una funzione fondamentale che gli ha permesso di fare “il botto” in America: un supporto serio e sensato dei telefoni cellulari.

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