Finalmente i dubbi della scorsa settimana sono stati sciolti. Come supponevo il nuovo misterioso prodotto di Opera è davvero un servizio cloud, ovverosia distribuito parzialmente su server esterni al PC del suo utente. Parzialmente, chiederete? Ecco che qui inizia il divertimento.
Il concetto fondamentale del progetto Opera Unite è che il software trasforma qualsiasi computer su cui giri Opera in un web server -o per meglio dire, in una combinazione di client e server. In questo modo esso diventa una parte integrante del web, non siete semplici navigatori, ma un’entità con una “posizione” visibile, fissa, un punto di ancoraggio. Una delle caratteristiche migliori di questa particolare tecnologia è che vi permetterà di collegarvi ad altri utenti vostri amici, indipendentemente dalla loro piattaforma, in un modo semplice ed efficiente, magari per condividere dati alla velocità massima possibile.
Lo scopo neppure troppo recondito è di rendere possibile a chiunque di condividere dati nel modo più facile ed intuitivo, perchè non richiede alcuna abilità tecnica superiore alla media. Oltre a questa forma di P2P, abbiamo anche già a disposizione un’applicazione di annotazioni sociale, una chat, un metodo per condividere foto e un mediaplayer che permette agli amici di ascoltare le nostre cose in streaming.
Il futuro riserva un metodo iper-facile e velocissimo per fare da server ai videogame, dagli scacchi fino ai FPS, un metodo diretto per condividere e collaborare ai documenti, ed il tutto senza ricorrere a server esterni come accade con Google.
Questo vuol dire cloud senza cloud computing, un mondo in cui tutti sono server e i dati non devono essere affidati ciecamente a host sui quali possiamo avere dubbi legittimi.
L’API del servizio è già disponibile, e vedremo cosa creeranno gli sviluppatori di terze parti per questa tecnologia decisamente interessante ed originale.
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