Negli ultimi anni nel mondo dell’Information Technology si è vista crescere in maniera esponensiale la diffusione dell’open source sia nell’ambito dei sistemi operativi grazie a Linux che nel settore delle applicazioni software come antivirus, firewall ed utility di vario genere. Anche tra le amministrazioni pubbliche ci si è resi conto che molto spesso, proprio l’adozione del software libero è una necessità poiché oltre ad un significativo risparmio economico per l’installazione di personal computer si evita di violare norme sul copyright e sulla concorrenza.
La Corte Costituzionale ha dichiarato che la scelta della soluzione più opportuna riguarda unicamente la volontà dell’utente. La caratteristica giuridica del software è evidenziata nella licenza d’uso secondo la quale l’autore rinunzia a qualunque diritto sull’opera che può essere utilizzata da chiunque, in qualsiasi modo e senza vincoli temporali, modificando i sorgenti rispettando però il vincolo di renderle pubbliche a tutti.
Dopo la decisione della Regione Piemonte sulla preferibilità del free software rispetto a quello proprietario, il Governo si è rivolto all’Avvocatura dello Stato per capire se tale scelta fosse compatibile o meno con le attuali norme vigenti. La manovra però ha suscitato forti dubbi sull’intento del governo di privilegiare gli interessi di alcune industrie produttrici di software commerciale.
Secondo quanto stabilito dalla Corte, ils oftware libero gode di una propria vita autonoma e le licenze copyleft non possono essere contrabbandate per assenza di diritto d’autore e quindi ipotizzarsi un possibile danno per i produttori di programmi proprietari. La Legge suprema dello Stato protegge il diritto di scelta del free software.