Microsoft si appella alla Corte Suprema per violazione di brevetti

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La celeberrima società informatica fondata da Bill Gates, qualche tempo fa, è stata accusata di aver deliberatamente copiato la tecnologia XML per poi utilizzarla in Word ed altri programmi del pacchetto Microsoft Office. Una sentenza ha condannato la Microsoft ad un risarcimento di circa 220 milioni di euro per violazione di brevetto, ed ora l’azienda cerca di capovolgere questa sentenza. Coinvolti anche i più colossi dell’Information Technology, che si schierano a fianco del rivale, come del resto ha fatto tutto il mondo dell’open source.

Per la precisione l’accusa alla Microsoft arriva dalla i4i, la quale non solo pretende la modifica del codice sorgente, ma anche l’inibizione temporanea della commercializzazione di Office negli Stati Uniti e nel Canada. Schierati con il BigM troviamo importanti multinazionali come Apple, Google, Facebook, Yahoo, Dell ed HP, più volte trascinate in tribunale per fatti simili.
 
Quella dei brevetti è una situazione molto anomala negli USA, e nascono sempre più imprese finanziarie che acquistano innumerevoli brevetti senza mai utilizzarli, solo per attendere l’occasione di trascinare in tribunale società che hanno sviluppato una tecnologia similare e chiedere un risarcimento milionario per violazione di copyright.
 
Un altro aspetto anomalo è proprio quello della giurisdizione americana, che non obbliga l’accusatore a fornire prove di colpevolezza, quanto il citato a fornire prove della sua innocenza.

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