Giorni piuttosto interessanti a casa Microsoft. Dopo l’annuncio di Windows 7 la multinazionale di Redmond oggi ha varato un nuovo progetto chiamato Azure, una vera e propria versione “cloud computing” di Windows. Che ci sia del merito nel punto di vista di Richard Stallman?
Azure nei piani di Microsoft non è rivolto direttamente agli utenti finali: è una nuova piattaforma tramite la quale gli sviluppatori possono fornire un’ossatura alle loro applicazioni web, un vero e proprio sistema operativo dotato di strumenti adatti a creare e dare corpo a software nato per girare su un server remoto, anche solo parzialmente. Al momento si tratterà di una versione sperimentale, a cui gli sviluppatori potranno accedere in numero limitato e con la ferma conoscenza che il servizio potrebbe mollarli in asso come un vecchio generatore di corrente. Microsoft non l’ha ammesso apertamente, ma neppure Redmond sa esattamente quali mezzi tecnici saranno necessari per tenere in piedi Azure in modo affidabile.
In ogni caso anche una bella fetta dei servizi offerti da Microsoft vivrà su questa nube (sorretta completamente da macchine su cui gira Windows Server 2008), che comprenderà anche Windows Live Mesh, l’universo .NET, i servizi SQL e via dicendo.
Al momento non si sa nulla del genere di licenze d’uso che la multinazionale intende proporre ai clienti, nè quali saranno i costi e neppure quale sarà la data in cui il servizio verrà reso disponibile, solo che Microsoft intende probabilmente sincronizzare quanto possibile Azure alla roadmap di Windows 7.