In Gran Bretagna si sta sviluppando proprio un queste ore una dura polemica contro il sito Dubit, colpevole di cercare indistintamente dei promoter. A tal fine, la società ha scelto di utilizzare proprio i social network per assoldare quelli che vengono chiamati brand ambassador, che tradotto in italiano significa letteralmente ambasciatori di marchi. Il problema nasce dal fatto che molti reclutati sarebbero minorenni i quali, attratti dal facile guadagno in cambio di pubblicità, diffondo il prodotto sfruttando la propria lista di amici e compagni di scuola.
Gli esperti hanno facilmente calcolato che ogni bambino, oltre ad essere un potenziale consumatore, rappresenta un veicolo attraverso il quale diffondere il messaggio pubblicitario in maniera più rapida ed efficiente di qualsiasi altra campagna pubblicitaria tradizionale.
Dubit è un sito inglese specializzato proprio nel trovare forme alternative di marketing ed in pochi mesi è diventato uno dei maggiori leader del settore su Internet, suscitando così forti proteste da parte di genitori ed organizzazioni per la difesa dell’infanzia.
Sebbene l’agenzia chieda un’autorizzazione ai genitori per tutti i minori di sedici anni, sembrerebbe che il sistema sia facilmente aggirabile, ed in molti hanno espresso il dubbio che ciò non sia frutto di una coincidenza, chiedendo normative severe per impedire tali operazioni.
Gli utenti hanno la possibilità di ricevere anche campioni omaggio di alcuni prodotti. L’iniziativa è stata molto apprezzata dalle multinazionali, tra le quali la Mattel o la Coca Cola, che da sempre si rivolgono ad una clientela molto giovane di età.