Quello del rapporto tra internet e politica è una tema molto discusso e soprattutto negli ultimi tempi si è visto come i due elementi si stanno avvicinando. Basti pensare alla politica di Barack Obama basata proprio sull’uso del web.
Ma non tutte le regole sono uguali in ogni parte del mondo. A differenza degli Stati Uniti in Giappone la legge elettorale risalente agli anni Cinquanta stabilisce che in occasione della campagna elettorale i candidati non possano inviare e-mail, aggiornare siti o pubblicare messaggi su Twitter. Dal prossimo 18 Agosto per i candidati giapponesi è fatto esplicito divieto di usare la rete in ogni sua forma.
Ma non a tutti piace questa che sembra proprio un’imposizione. Fra coloro che si dichiarano piuttosto contrariati dalla norma in vigore vi è il parlamentare d’opposizione Seiji Ohsaka, che non vorrebbe rinunciare a inviare il suoi messaggi sul famoso servizio di microblogging. Proprio da Seiji Ohsaka parte la riflessione sull’uso del web in ambito politico.
In particolare ci si chiede se ha senso continuare a mantenere in vigore una legge che impedisce l’uso di internet in campagna elettorale, visto il ruolo ormai preminente acquisito dalla rete anche in questo campo. Impedire l’uso di Twitter secondo Ohsaka sarebbe impossibile e anche in qualche modo anacronistico, specialmente se applicato in un Paese in cui il 70% delle persone è connesso ad internet.
Appare quindi possibile che anche in Giappone i nuovi tempi portino nuove tendenze, che potrebbero aprire la strada ad un modo di fare politica che, al contrario di come accade oggi, possa usufruire anche del prezioso apporto della rete.
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