Forse non tutti si ricordano del servizio Google destinato alla ricerca dei voli, tra l’altro con buona ragione dal momento che Google Flight è disponibile solo per il mercato a stelle e strisce. Se in un primo momento l’annuncio da parte di Mountain View dell’ampliamento di oltre 500 nuovi aereoporti ha fatto pensare ad una, finalmente, internazionalizzazione del servizio, il tutto si ridimensiona in utilizzo; l’applicazione rimane ad appannaggio degli statunitensi.
Google Flight vide la luce un annetto fa con l’acquisizione da parte di Google di ITA Software, azienda che di fatto fornisce le informazioni ai vari siti di di prenotazione voli; l’esigenza era proprio quella di permettere a Google di entrare nel mondo delle ricerche e prenotazione dei voli, dove i vertici di Mountain View vedono ancora del bel business. I cittadini americani possono da Google Flight rintracciare informazioni sui voli.
Le informazioni di cui abbiamo appena fatto menzione erano fino ad oggi soltanto inerenti i voli interni, le 500 nuove destinazioni escono invece dagli USA ma possono essere solo utilizzate come destinazioni di arrivo, non di partenza. In questo modo inserendo una città italiana come aereoporto di partenza il software restituisce un errore riportando come la località non sia attualmente disponibile e limitandone ancora l’utilizzo al nuovo continente.
Certo è che l’intenzione di internazionalizzare in maniera totale il servizio è ovvia, e anche “doverosa” da parte di un attore del calibro di Google, si presume che le attuali limitazioni siano più burocratiche che tecniche, dopo l’acquisto di ITA Software Mountain View ha grantito alle socientà di prenotazione voli online di continuare l’erogazione dei servizi della società, è ovvio che la concorrenza di Google è scomoda e non crediamo nemmeno sia intenzione della società fagocitare tutto e tutti, ma intanto qui siamo senza Flight!
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