Facebook Ads: General Motors abbandona gli spot sul social network

A man stands outside of the St. Regis hotel holding a pamphlet of information on investing in the upcoming IPO of Facebook in New York
Alla vigilia dello sbarco in Borsa, Facebook e il suo sistema di pubblicità Facebook Ads sono stati scaricati dal colosso statunitense General Motors. Secondo l’azienda la pubblicità su Facebook non è remunerativa non vale l’investimento, detto ciò sorgono dei seri dubbi sulle possibilità di sopravvivenza del social network a Wall Street. Le Ad di Facebook raggiungono milioni e milioni di persone, ma solo una minima parte di queste clicca sugli spot, pagare per farsi pubblicità sul sito in blu è così un investimento che non porta vantaggi sufficienti. Alla vigilia dell’IPO si tratta davvero di un bruttissimo colpo per Zuckerberg e il team di Facebook.

L’abbandono della nave da parte del colosso General Motors ha fatto riflettere gli investitori, un’azienda di 8 anni guidata da un 28enne in felpa e maglietta vale davvero 96 miliardi di dollari?. Ben l’82% degli introiti del social network arriva dal sistema di pubblicità Facebook Ads, General Motors si è tirata indietro, il 20% degli introiti dell’azienda dipende dalla società sviluppatrice di giochi Zynga e i report dicono che solo un’Ad su 2000 viene cliccata dagli utenti, tutto ciò indica che il futuro di Facebook in Borsa potrebbe non essere così roseo. Però, è anche vero che Facebook raggiunge un pubblico di una vastità senza precedenti (850 milioni di utenti pari ad un decimo della popolazione mondiale) e ciò potrebbe dare un vantaggio alla società di Zuckerberg rispetto agli altri recenti IPO del mondo high-tech (Zynga, Groupon, Pandora Media e Angiest List).

Senza troppi ripensamenti, GM ha dichiarato “Anche se il contenuto è efficace e importante, stiamo sicuramente rivedendo le pubblicità su Facebook“. Inoltre, c’è anche il problema dell’Ad Mobile, molte persone si connettono infatti a Facebook tramite smartphone e, su queste piattaforma, mostrare le Ad è difficoltoso (proprio per puntare sulla pubblicità mobile Zuckerberg avrebbe acquisito Instagram). Dubbi a parte, l’Ipo di Facebook verrà chiusa prima del previsto, segno evidente che la domanda è stata alta. GM taglia circa 10 milioni di investimenti in spot, ma spende comunque 40 milioni di dollari per la sua presenza su Facebook. Queste spese riguardano la sua pagina ufficiale, la manutenzione e l’aggiornamento dei contenuti. GM ritiene quindi utile la presenza su Facebook in sè, quello che ritiene non remunerativo è il sistema di advertising a pagamento.

Ad avere dubbi sulla validità delle azioni Facebook sono anche i “vecchi azionisti”. Goldman Sachs e Tiger Global hanno ridotto la loro quota di partecipazione, i russi di DST Global e Mail.ru faranno lo stesso, seguiti da Peter Thiel e Accel Partners di James Breyer. Tutto ciò non scoraggia il giovane Zuckerberg, che resta fermo sulla sua decisione di cedere il 6% della sua quota, mantenendo il controllo dell’intero gruppo con circa il 56% per cento dei diritti di voto. Per arrivare ben preparati a Wall Street e per sostenere le proprie azioni, Zuckerberg e compagni hanno già portato avanti una serie di iniziative e hanno implementato una serie di nuove funzionalità nel social network che dovrebbero dare una spinta la sito blu. Facebook Highlights per mettere i post in evidenza, un interessante store di applicazioni social e l’acquisizione di Instagram per monetizzare anche nel mondo mobile sono solo alcune di queste. Vedremo se Facebook sopravviverà o se sarà il flop del secolo.

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