Esami di Maturità 2012, seconda prova, la versione di Greco online di Aristotele

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Gli esami di maturità 2012 sono giunti alla seconda giornata e, tra gli scogli più ostici della seconda prova, troviamo la versione di greco. Dopo una lunga notte passata su Internet a caccia di anticipazioni sui contenuti della seconda prova scritta d’esame, la versione di greco uscita per il Liceo Classico è trapelata online. Non c’è misura di sicurezza o plico telematico che tenga, anche questa volta gli studenti hanno fatto uscire dalle aule la versione di greco tramite la Rete, eccola qui.

Alle ore 8:30 arriva il codice per aprire il plico telematico, I63SZ-DR2PJ-4654D-GMCWV-YYEUC. Come previsto dai rumors dell’ultimo minuto, ad uscire come seconda prova al Liceo Classico è stato Aristotele, filosofo e scienziato dell’Immanenza. A dare la comunicazione che era Aristotele l’autore prescelto, è stato uno studente del classico via SMS. Dopo aver dato comunicazione del codice, il sito del Ministero dell’Istruzione è però ora inaccessibile. Il Miur “si scusa per il disagio”.

Sin dai primi minuti è stato confermato da molti studenti che il brano da tradurre sia “Non il caso ma la finalità regna nelle opere della natura“. I siti specializzati sono già al lavoro sulla versione per far arrivare il prima possibile la traduzione agli studenti. Nell’era degli esami high-tech, il brano di Aristotele è già ricercatissimo su Google. Il testo da tradurre è lungo circa mezza pagine, non esattamente cortissimo. Ormai la notizia è certa, al Classico, alla maturità 2012 c’è Aristotele, cosa che molti studenti si aspettavano dato che il filosofo non era uscito da tempo (dal 1978). Il brano non è facilissimo, e la paura di questa seconda prova circola su Twitter all’hashtag #secondaprova.

Da dentro le aule arrivano la prima riga del brano: δει με δυσχεραινει e l’ultima κοριζομενα ποτε τες ουσιας αυτον.

La traduzione del brano diffusa in Rete è questa:

Perfino circa quegli esseri che non presentano attrattive sensibili al livello dell’osservazione scientifica la natura che li ha foggiati offre grandissime gioie a chi sappia comprenderne le cause, cioè sia autenticamente filosofo. Sarebbe del resto illogico e assurdo, dal momento che ci rallegriamo osservando le loro immagini poiché al tempo stesso vi riconosciamo l’arte che le ha foggiate, la pittura o la scultura, se non amassimo ancora di più l’osservazione degli esseri stessi così come sono costituiti per natura, almeno quando siamo in grado di coglierne le cause. Dunque, non si deve nutrire un infantile disgusto verso lo studio dei viventi più umili: in tutte le realtà naturali v’è qualcosa di meraviglioso. E come Eraclito, a quanto si racconta, parlò a quegli stranieri che desideravano rendergli visita, ma che una volta arrivati, ristavano vedendo che si scaldava presso la stufa della cucina (li invitò ad entrare senza esitare: “anche qui – disse – vi sono dei”), così occorre affrontare senza disgusto l’indagine su ognuno degli animali, giacchè in tutti v’è qualcosa di naturale e di bello. Non infatti il caso, ma la finalità è presente nelle opere della natura, e massimamente: e il fine in vista del quale esse sono state costituite o si sono formate, occupa la regione del bello. Se poi qualcuno ritenesse indegna l’osservazione degli altri animali, nello stesso modo dovrebbe giudicare anche quella di se stesso; non è infatti senza grande disgusto che si vede di che cosa sia costituito il genere umano: sangue, carni, ossa, vene, e parti simili. (Aristotele, “De partibus animalium” I, 5)

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