App per Android: sigilli ai siti che distribuivano applicazioni pirata

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Sigilli governativi per tre noti siti di distribuzione di App per Android. Come noto tutti i dispositivi Android possono tranquillamente installare file .apk (eseguibile di Android, n.d.r.) semplicemente puntando il borwser al link del file stesso, unica operazione necessaria all’installazione “extra store”, viene quindi facile pensare che i soliti malintenzionati hanno vita facile nel creare e distribuire applicazioni che possono creare problemi ai dati contenuti nei dispositivi. Dopo essersi concentrati sui siti di streaming l’FBI ha puntato il dito contro chi distribuisce app per Android.

E’ un comunicato stampa del Dipartimento di Giustizia americano ha dare la notizia del blocco di tre siti tra i più noti in materia di distribuzione App per Android (applanet.net, appbucket.net e snappzmarket.com) che sono stati chiusi per “copyright infringement”. Analogamente ad ospitare film o serie TV per lo streaming, distribuire gratuitamente applicazioni commerciali per Android è considerata violazione di diritto d’autore. Le applicazioni infatti dopo essere state crackate venivano messe a disposizione per il downaload degli utenti che potevano così installare gratuitamente ogni genere di app a pagamento.
 
Come se l’essere pratica illegale non bastasse, le applicazioni costituivano anche un pericolo per la sicurezza dello smartphone/tablet, è risaputo infatti che molto spesso nelle app piratate venivano inseriti malware o spyware con la logica conseguenza di limitare molto la privacy dei dati contenute nei dispositivi. Secondo fonti d’oltre oceano, prima di procedere col sequestro dei siti l’FBI ha scaricato migliaia di applicazioni dai siti precedentemente menzionati, il tutto a riprova della validità delle accuse e del procedimento.
 
Il classico sigillo dell’FBI, lo stesso divenuto familiare per le note vicende legate a Megavideo e Megaupload, è comparso anche sugli store paralleli e illegali di apk per Android più noti, ma come ammesso dalle stesse autorità americane, la lotta non finisce qui; la ricerca dei “siti pirata” continua con vigore: “Il diritto penale si applica alle app per cellulari e tablet, proprio come si applica al resto del software, alla musica, alle opere scritte. Continueremo a sequestrare e chiudere i siti che vendono applicazioni pirata, e a perseguire i responsabili per i loro reati“. Con clamore o silenzio la lotta americana alla pirateria sembra non conoscere arresto, e data la determinazione e risolutezza con cui le operazioni vengono messe in opera c’è solo da attendere il prossimo botto (per il web).

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