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Mahmud Delwar, provvisoriamente presidente della Commissione per la regolazione delle telecomunicazioni del Bangladesh, ha deciso di oscurare la piattaforma di Mark Zuckerberg con la motivazione di aver ferito profondamente la sensibilità della maggior parte della popolazione musulmana pubblicando senza alcuna censura delle caricature raffiguranti Maometto. Intanto non sono stati rilasciati commenti da parte di Facebook che sembrerebbe aver incassato silenziosamente il colpo con la speranza che tale decisione rivelarsi temporanea.
Sotto accusa sono però finiti anche diversi link che indirizzavano gli utenti verso delle vignette raffiguranti l’attuale primo ministro Cheikh Hassina ed alcuni esponenti della politica locale. Le autorità della Repubblica Popolare del Bangladesh hanno precisato che il blocco resterà in vigore fintanto non verranno rimosse completamente le immagini offensive.
Il Pakistan invece ha deciso di rendere nuovamente accessibile il sito Internet dopo averne imposto il blocco, tramite la propria Authority delle telecomunicazioni, sempre per la pubblicazione di alcune vignette inerenti Maometto e considerate blasfeme. I governi chiedono un sistema per oscurare automaticamente tutte le pagine offensive per l’Islam.
Tali operazioni hanno ancora una volta acceso il dibattito sulla libertà di informazione e sui numerosi tentativi di censura che numerosi governi operano sul World Wide Web.
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