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Per lo sviluppo delle nuove reti a banda larga in Italia Corrado Calabrò, presidente Agcom e Paolo Romani, viceministro alle comunicazioni, hanno prospettato un progetto di consorzio tra i grandi operatori. Ma Assoprovider ha deciso di rifiutare la proposta fornendo spiegazioni molto precise.
L’associazione dei provider indipendenti ha dichiarato che operando in questo modo al consorzio verrebbe riservata una corsia preferenziale per quanto riguarda la deregolamentazione, i finanziamenti pubblici e i vincoli nei confronti della concorrenza. In base a quanto riferito da Assoprovider il progetto avrebbe dimensioni grandiose solo a livello teorico.
Ciò che ne deriverebbe sarebbe solo una rete lenta nel portare avanti un processo di sviluppo con conseguenti spese maggiori del necessario per l’intero Paese. Assoprovider ha affermato inoltre che le istituzioni possono portare avanti lo sviluppo della banda larga solo se mettono a disposizione di tutte le piccole e medie imprese le parti edili realizzate per mezzo del denaro collettivo.
Naturalmente queste risorse dovrebbero essere fornite alla imprese in maniera trasparente, rapida e in modo da non commettere discriminazioni in ambito economico. Molto importante sarebbe oltre a tutto ciò la revisione delle tasse amministrative che spesso sono da ostacolo per i piccoli e medi operatori nell’investire per creare reti a banda ultralarga.
Secondo Assoprovider sono questi i mezzi che garantirebbero la possibilità che le piccole e medie aziende investino in quelle zone del nostro Paese che in genere non sono prese in considerazione dalle grandi società delle telecomunicazioni.
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Fonte | www.lastampa.it