Un nuovo trend sta diventando virale sui social network. Curiosamente, però, è una filosofia che cerca di limitare l’uso di questi strumenti.
Al giorno d’oggi, la maggior parte degli esseri umani fa una cosa ben precisa nel momento in cui la mattina apre gli occhi: quasi come una falena viene attratta automaticamente da una fiamma, i nostri occhi vengono attirati dallo schermo dello smartphone. Prima ancora che il nostro corpo sia pronto ad affrontare la giornata, spendiamo spesso anche mezz’ora davanti al labirinto di notifiche, messaggi e aggiornamenti accumulati durante la notte.
Finalmente pronti ad affrontare la giornata, non passa molto tempo prima che la nostra concentrazione inizi a vacillare, spingendoci a cercare un’altra dose di dopamina con un rapido scroll sui social media. È una condizione che affligge tutti, indipendentemente dall’età, dallo status sociale o dagli interessi: un’app che ruba il nostro tempo è sempre lì, pronta a distrarci da quello che veramente dovremmo fare.
Riprendere in mano la concentrazione: con il “Monk Mode” si può
Dalla viralità dei video di TikTok all’attrattiva professionale dei post di LinkedIn, queste piattaforme utilizzano algoritmi progettati per erodere la nostra autodisciplina e deviarci verso un interminabile scorrimento dello schermo, riducendo in maniera assurda la nostra produttività. Sempre più persone, fortunatamente, si rendono conto di questa situazione e molti hanno finalmente deciso di agire. Ecco come nasce il “monk mode“, una recente tendenza che si può tradurre in italiano con l’espressione “modalità monaco”.
La modalità monaco è un mix di saggezza antica e life-hacking contemporaneo: si tratta di adottare attivamente una mentalità per raggiungere obiettivi specifici, lottando contro qualsiasi tipo di distrazione. Chi ha già provato questo approccio consiglia di lavorare su un singolo compito alla volta, fuggendo dal continuo cambio di attività che caratterizza il lavoro moderno.
Per un miglioramento completo della produttività, la modalità monaco consiglia anche di evitare stimolanti come la caffeina o sostanze che alterano l’umore durante l’orario di lavoro, raccomandando invece una pausa di almeno 30 minuti di esercizio fisico quotidiano. Questo approccio dovrebbe avere effetti positivi al tempo stesso sia sui livelli di concentrazione e che sul benessere generale.
Il punto focale della modalità monaco, però, è un altro: tutto deve iniziare da un “digital detox”, un periodo in cui ci si allontana progressivamente dalla dipendenza dalle notifiche dello smartphone. A questo proposito, c’è una specifica app che negli ultimi tempi ha guadagnato una grande popolarità. Stiamo parlando di “Freedom“, un’app che consente all’utente di impostare un timer e bloccare l’accesso alle app prescelte fino alla scadenza del tempo.
Certo, c’è qualcosa di piuttosto ironico nel fatto che i nativi digitali cerchino di allontanarsi dalle app sfruttando un’altra app. Ma nell’era delle distrazioni digitali che sembrano essere imbattibili, ogni strumento è lecito per riappropriarsi della propria capacità di concentrazione e aumentare la produttività.