Nel lontano 2007 Viacom ha trascinato in tribunale YouTube con l’accusa di favorire la visualizzazione di materiale protetto da copyright con l’obiettivo principale di attirare utenza. In particolare la società proprietaria di Parmount, MTV e Nickelodeon ha accusato il colosso di Mountain View di aver ospitato abusivamente 62.637 video di sua proprietà visti complessivamente oltre 507 milioni di volte. La prova consiste in alcune email scambiate dai tre fondatori del sito, ovvero i conosciuti Chad Hurley, Steve Chen e Jawad Karim.
Saranno proprio i messaggi di posta elettronica ad essere utilizzati come prova schiacciante per una rapida risoluzione del caso, e che verranno sottoposti al giudice. In particolare i tre sembrerebbero aver tentato di trovare una soluzione per aggirare la questione dei diritti d’autore e le conseguenti responsabilità, evitando così quelli che sono stati definiti i bastardi del copyright.
Ad oggi, sulla piattaforma di condivisione video proposta dalla società leader nel settore dei motori di ricerca, vengono caricate circa 24 ore di filmati al minuto, un modello di business per il quale sembra difficile trovare una precisa definizione di responsabilità. Secondo l’accusa l’obiettivo dei tre era quello di guadagnare abbastanza visibilità per ottenere milioni di dollari dalla vendita del sito.
Secondo quanto ritenuto da YouTube, sarebbe stata la stessa Viacom a caricare i filmati attraverso non meno di 18 differenti agenzie di marketing, e provvedendo non solo a degradare i filmati in modo da farli apparire rubati, ma ad aprire falsi account YouTube con e-mail false.
I commenti sono chiusi.