Yahoo è stata recentemente condannata dal Tribunale di Roma per violazione di copyright. Secondo i giudici infatti, ogni motore di ricerca è direttamente responsabile dei risultati proposti agli utenti, ma l’azienda di David Filo non sembrerebbe dello stesso avviso. Secondo quanto dichiarato dall’azienda di Sunnyvale, la sentenza non solo è in contrasto con le normative che regolamentano l’e-commerce, ma può addirittura portare a gravi conseguenze riguardo la libera espressione che, ogni utente, può ostentare sul World Wide Web.
L’intera operazione nasce sulla denuncia della PFA, una società distributrice del film About Elly, per la quale il search engine è colpevole di aver diffuso link a siti web che offrivano, illegalmente, il film in streaming. Per tale ragione l’azienda ha chiesto un milione di euro come risarcimento.
Anche Google e Microsoft si schierano a favore di Yahoo, sostenendo come con questa sentenza chiunque si senta danneggiato da uno o più risultati di ricerca possa richiedere un risarcimento. Inoltre un controllo preventivo sui risultati è praticamente impossibile da attuare.
Se è vero che la PFA ha richiesto la rimozione dei link, è altrettanto vero che non sono stati forniti i link e pertanto la richiesta non è stata accettata. Intanto sui social network sono apparse le proteste, così come in passato per la sentenza di Google contro ViviDown.