Il Centre for Cybercrime Investigation appartenente all’Università di Dublino ha recentemente annunciato di aver realizzato un apposito software in grado di monitorare tutti gli indirizzi IP degli utenti che condividono illegalmente file protetti da copyright. Uno dei ricercatori che ha preso parte al progetto ha però aggiunto che quanto sviluppato rappresenti ad oggi la migliore soluzione esistente su tutto il panorama informatico. Attraverso un test di valutazione è infatti riuscito a catturare quasi 65 mila indirizzi IP pirata in una sola settimana.
E’ d’obbligo precisare che il test è stato effettuato esclusivamente su utenti irlandesi che utilizzavano esclusivamente circuiti BitTorrent e che il monitoraggio ha interessato solo il file sharing inerente a film e dischi di successo, tagliando quindi fuori una grande fetta del mercato P2P.
Tale rivoluzionaria tecnologia ha riempito di orgoglio Ministro della Giustizia Irlandese Dermot Ahern, il quale ha dichiarato di rappresentare una nazione che gode della nomea di essere la migliore nel campo delle tecnologie software.
La stessa Commissione Europea ha infatti in passato sovvenzionato il CCI con circa 4,5 milioni di euro. Tuttavia gli esperti non capiscono il perchè di tanto entusiasmo quando sui sistemi come eMule o BitTorrent predispongono di sistemi di cifratura ed oscuramento per nascondere il proprio IP address.
Inoltre, a livello giuridico, in Europa ed in particolar modo in Italia si inizia a mettere in dubbio che l’identificazione, per quanto dettagliatamente dimostrata, di un IP costituisca effettivamente una prova sufficiente.
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