Universal Music: aumenti nelle entrate

universalCon i tempi che corrono, suona davvero incredibile la notizia che una delle più grandi case discografiche abbia verificato degli aumenti nelle entrate, ed è proprio ciò che è stato dichiarato da Jean-Bernard Lévy, CEO di Vivendi, in una intervista al Financial Times.

Secondo Lévy, la crescita del 5% negli ingressi nel primo semestre nei conti dell’Universal dimostrerebbero che le case discografiche stanno rimontando dopo la crisi per il calo delle vendite di cd, che si starebbero compensando grazie alla vendita di brani su internet.
 
Cosa sta succedendo esattamente nel mercato della musica su Internet e cosa sta facendo in particolare Universal per incrementare i guadagni? Da un lato, lo scenario è quello della fine del regno del DRM, comportando un conseguente maggiore entusiasmo nell’acquisto di brani su Internet, prima bloccato dalle restrizioni applicate dai DRM stessi, mentre adesso possiamo utilizzare come preferiamo i brani acquistati; dall’altro lato vale la pena ricordare alcuni dei progetti in cui si è imbarcata Universal:
 

  • Nokia Comes with music: download gratuito e illimitato di canzoni all’acquisto di determinati terminali per un periodo di dodici mesi. Tuttavia, con i DRM nelle canzoni e camuffando come “gratis” qualcosa che si paga con il prezzo dei cellulari, capiamo da dove derivi il guadagno.
  • Considerando ciò che Microsoft paga a Universal per ogni Zune, se ne ricava una specie di canone privato in stile americano.
  • Vi è una apertura sempre maggiore verso la formula della musica gratis sul web. Dopo il fallimento di Spiral c’è il nuovo Yes.fm (dietro ai quali ovviamente c’è Universal).

Se a ciò uniamo il fatto che le case discografiche stanno iniziando a strangolare le radio online, la lettura della notizia è chiaramente agrodolce e dalla doppia lettura. Da un lato ci sono ragionevoli possibilità che le cose stiano cambiando in meglio, con l’abbandono progressivo del DRM e l’esplorazione di nuovi modelli di business intorno al mercato della musica gratis. Dall’altra parte abbiamo pressioni eccessive sui supporti del futuro, che obbligano a margini ridicoli o prezzi eccessivi per servizi ad abbonamento.
 
Le case discografiche come Universal si stanno impegnando per potenziare modelli che possano portare ad un cambiamento di paradigma e la diminuzione del loro ruolo nella negoziazione, mentre contemporaneamente rinforzano il loro ruolo di megaimprese, capaci di imporre condizioni ai giganti della tecnologia. Con aumenti di guadagni di questa sorta, saremo sottoposti al dominio delle grosse case discografiche ancora per molto.

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