Una professoressa in Inghilterra vieta l’uso di Google e Wikipedia

teacherAvete presente la pubblicità di una nota adsl in cui il ragazzo dice al padre, fiero dell’epoca in cui sta vivendo la sua giovane età, di aver fatto una ricerca su Leopardi in pochissimo tempo usando la sua connessione veloce a internet?
Beh, se quando andavo a scuola io le ricerche si facevano con le enciclopedie, con i libri della biblioteca, ora gli studenti a quanto pare usano internet più di ogni altro mezzo per fare le ricerche a loro assegnate…e sì che non sono così preistorica!
Tanto che una professoressa di Studio dei media dell’università di Brighton si è infuriata per il materiale banale e mediocre delle ricerche che i suoi studenti le consegnano.

Molti di loro scelgono infatti la strada più facile: si collegano a internet, cercano quello di cui devono scrivere su Google e Wikipedia e copiano incollano le prime cose che questi motori di ricerca forniscono in risultato.
Una volta ci si preoccupava anche di taroccare i contenuti in modo che non sembrassero la stessa identica cosa, chissà adesso! 😉

Troppi studenti non usano abbastanza il loro cervello. Dobbiamo riportare l’importanza dei valori della ricerca de dell’analisi.

Questo il commento lasciato ad un giornale locale dalla professoressa Tara Brabazon, che terrà una lettura domani sull’argomento.

Non penso che gli studenti vendano all’università per imparare come si usa Google. Possono farlo prima di arrivare qui.
Il mondo dell’educazione ha perseguito le nuove tecnologie con uno zelo quasi evangelico ed è ora di fare qualche passo indietro e di riconsiderare il modo in cui utilizzarle.

La professoressa proibirà ai suoi studenti di usare Google, Wikipedia e altri siti dove reperire informazioni è estremamente facile e darà loro liste di letture su cui lavorare e che dovranno essere citate nelle loro produzioni.
Tempi dure per gli studenti della professoressa abituati alla comodità di una ricerca su internet, ma ho come il sospetto che di misure di questo tipo ne sentiremo parlare ancora…

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