Ubuntu Intrepid Ibex – Alcune prime impressioni

IntrepidIbexDi sicuro in Rete saranno stati pubblicati diversi articoli che riguardano Intrepid Ibex, rilasciata pochi giorni fa da Canonical e per la quale c’erano molte aspettative. Ovviamente noi di Trackback non siamo da meno ed io in particolare che, come saprete, ho la questione particolarmente a cuore :). Naturalmente non mancherò di personalità: troverete opinioni e qualche suggerimento, anche con riferimento alla mia macchina (un Dell XPS M1530); ci tengo però a dire che molte delle considerazioni sono di livello generale per poter creare uno scambio di idee 😉
Cominciamo dall’installazione: semplice come sempre, si è rinnovata nell’aspetto grafico, mantenendo la semplicità e l’intuitività che la contraddistingono, anche quando si va a modificare manualmente la tabella delle partizioni.
Terminata l’installazione una delle prime cose che ho fatto è stato modificare il tema, sinceramente a me quello predefinito non piace. Ho provato un po’ il nuovo tema Dark Room, ma personalmente l’ho trovato poco utilizzabile perchè in determinate occasioni le scelte cromatiche non favoriscono la distinzione di alcuni elementi e l’ho trovato anche un po’ “pesante”; tuttavia avete la possibilità di personalizzarne ogni aspetto e quindi vi viene offerta la possibilità di ottenere esattamente ciò che vi piace. Se volete un suggerimento per un bel tema scuro, vi consiglio Dust, sul quale una modifica dei colori, in particolare degli elementi selezionati, secondo me non fa per niente male :).
L’installazione dei driver proprietari disponibili per la mia scheda video, la tristemente famosa GeForce 8600M GT (ricordate il caso delle GPU difettose nVidia?) è semplicissima; una volta completata, il sistema ha abilitato in automatico gli effetti visivi di Compiz Fusion; potete scegliere se avere un desktop pieno di effetti grafici, una soluzione bilanciata o nessun effetto. Tutto dipende da voi e dalla potenza della vostra scheda video. A me le scelte predefinite (da altri) non stanno bene, ecco perchè installo sempre il pacchetto compizconfig-settings-manager che mi consente di configurare tutto come piace a me :).
E dato che mi piace personalizzare il mio sistema ho pochissime icone sul desktop, questo grazie alla funzionalità scorciatoie da tastiera, una di quelle che apprezzo di più (e che in realtà è presente anche dalle versioni precedenti a Intrepid Ibex); ad esempio sul mio XPS M1530 basta che io prema il pulsante “casetta” (che serve ad attivare media direct) che si avvia Rhytmbox (il lettore predefinito di Gnome), che a me piace tantissimo.
A proposito di musica, vi ricordo che Ubuntu è basata su Debian, solida distribuzione che usa solo software libero, pertanto di default non riproduce file codificati con l’algoritmo mp3; in realtà la distribuzione di Canonical vi suggerisce essa stessa come superare facilmente e velocemente questo ostacolo, chiedendovi se volete installare alcuni pacchetti. L’operazione si svolge in pochissimo tempo e in modo del tutto automatico, sta a voi scegliere se utilizzare formati chiusi o meno. La riproduzione di contenuti multimediali richiede questi compromessi e sinceramente non so fino a che punto ci si debba fare scrupoli, se si vuole avere una vera alternativa a Windows.
Un software che vi consiglio di installare è vlc media player, uno dei media player più completi dal punto di vista del supporto dei codec, difficilmente c’è qualcosa che non possa riprodurre (anche se devo dire che Totem, il riproduttore di filmati predefinito, ha svolto finora sempre il suo lavoro egregiamente) :). È presente nei repository, quindi potete installarlo sia con synaptic che, se come me siete particolarmente affascinati dalla shell, con apt-get o aptitude.
Ho trovato la gestione delle reti (wireless) davvero semplice, mi è bastato specificare la chiave WEP che protegge la connessione (si, lo so che non è molto forte come cifratura) e ho potuto connettermi ad Internet da subito, senza l’installazione di alcun driver per la mia scheda di rete, una Intel 4965.
Arriviamo ora ad un punto caldo in tutti i sensi: era noto che gli hard disk di molti portatili non andassero molto d’accordo con Ubuntu: la distribuzione era accusata di accorciarne la vita; il sintomo di questa disfunzione è costituito da alcuni clic provenienti dal disco rigido ad una frequenza che spesso supera le due volte al minuto (il fenomeno è davvero fastidioso oltre che dannoso). Quando sentite uno di quei clic significa che c’è stato un load cycle; tipicamente un hard disk “dura” 600000 load cycle, cioè più di quattro anni.
Con le precedenti versioni di Ubuntu invece, inconsapevoli di questo fatto, si rischiava che la vita del disco fisso si riducesse a poco più di un anno. Una soluzione, indicata anche nel link che vi ho indicato, consiste nel disattivare totalmente il risparmio energetico tramite uno script; un’alternativa è quella di utilizzare dei parametri di risparmio energetico meno spinti.
Questa sembra sia stata la soluzione adottata dal team di Canonical, di cui potete avere conferma se andate a leggere il contenuto dello script 90-hdparm.sh; purtroppo per la mia macchina questo non è sufficiente e quindi ho dovuto ricorrere allo script che disattiva totalmente il risparmio energetico (per l’hard disk), in qualsiasi condizione di alimentazione. Questo, oltre ad accorciare l’autonomia del portatile se utilizzo l’alimentazione a batteria, fa raggiungere temperature maggiori al disco. Sulle prime pensavo che si trattasse di un’impressione e per questo ho installato il programma (c’è anche questo nei repositories) hddtemp; se anche a voi interessa questo aspetto basta digitare: 
sudo hddtemp /dev/vostra_unità_disco 
per tenere le temperature sott’occhio.
Comunque non si dovrebbero raggiungere temperature che possano destare (grosse) preoccupazioni ;).
Vi consiglio questa buona lettura sull’argomento dei clic.
Che dire in conclusione? Nel complesso ho trovato una distribuzione più matura e sempre più semplice da utilizzare, ma che comunque da sempre l’opportunità di “divertirsi”, nel senso nerd del termine 🙂 Dopo tanto tempo la prima scelta in Grub è Ubuntu, di Vista ho la licenza e la uso, perchè comunque per ora rimangono molte cose che si possono fare solo coi sistemi operativi di Microsoft. Se proprio con Wine non si può :D.

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