Scuolazoo, ne abbiamo già parlato, ha svelato molti dei retroscena della scuola Italiana mettendo in imbarazzo sia insegnanti che studenti e conseguentemente sia istituzioni che genitori: insomma una bella parte della società Italiana. Se non fosse per l’emulazione pregna di mero protagonismo che si è diffusa a macchia d’olio, sintomo anch’essa di uno stato di abbandono, ma soprattutto di un’epoca povera di fantasia e piena di divertimenti fatui nonché di una inquietante noia latente, i video raccolti dal sito o comunque rintracciabili su YouTube, sarebbero un ottimo strumento di indagine sociologica da reiterare nel tempo.
D’altronde quello che si vede non è molto lontano dalla realtà, soprattutto quella degli istituti professionali. Indosso per un istante le vesti di insegnante per riportare le testimonianze di diversi colleghi che hanno visto amenità quali: ragazzi prendere un compagno e usarlo come ariete per sfondare il muro (di cartongesso); alunni arrivare a scuola con whisky e bottiglie di vino da sorseggiare durante la lezione; scolaresche incendiare i laboratori (ma questo è un classico). I professori da parte loro se non sono già esauriti di certo nel Bronx lo diventano (nessuno ha mai sentito parlare di prof che uscivano piangendo dalle classi?) e l’insegnamento diventa una lontana fantasia: più che di pedagogia si avrebbe bisogno di un corso di autodifesa. Non è mio intento difendere la categoria, ma il sistema scuola è una filiera dove l’insegnante sta a valle (o se preferite in prima linea), ma ci sono anche i Dirigenti Scolastici, le Istituzioni Comunali, gli Uffici Scolastici Provinciali, gli Uffici Scolastici Regionali fino ad arrivare ad un Ministero e un Governo. Senza trascendere nel “Governo Ladro!”, come dice con più veracità un motto popolare: il pesce puzza dalla testa (il resto ovviamente non profuma di lavanda). I cari genitori, infatti, non per questo sono giustificati a mandare a scuola ragazzi ineducati e vicini alla barbarie, delegando anche le loro responsabilità al già sofferente sistema scuola e facendo capolino solo quando c’è da indignarsi (che barba) o da chiedere un risarcimento (economico s’intende). Né ammiro i docenti che se non hanno polso forse non dovrebbero fare questo mestiere o per lo meno dovrebbero essere gestiti da un “responsabile delle risorse umane” che sappia collocarli in un ambiente più consono alle singole capacità.
Ma non sarà il sottoscritto a risolvere i problemi della scuola, soprattutto in questa sede.
Quello che invece è evidente a tutti (non solo riguardo la scuola), ma proprio tutti compreso anche te, è lo sputtanamento generale a cui siamo sottosposti. Una messa in scena degna dei peggiori burattinai e della demenzialità meno divertenti. Tutti indistintamente vengono lanciati nel calderone dello show business e la privacy, quella vera e non delle stro..ate burocratiche, viene continuamente violata e data in pasto agli annoiati teledipendenti (che nulla hanno da invidiare agli Internet dipendenti!). Nessun diritto al contraddittorio e se sia trattato di uno scherzo o di una bufala lo sapranno solo i diretti interessati, mentre delle vite saranno private della loro dignità e rimarranno spesso un ricordo d’infamia globalizzata. Paparazzi, Corona, Gossip, Scoop, Flirt, Intercettazioni, Fiction (!). Di questo ci nutriamo e in cerca di una vita (altrui) forse che non possediamo più.
Bene, naturalmente era tutto uno scherzo. Ora frizionate leggermente il cuoio capellutto e rimuovete con una bella formattazione tutto il monologo di cui sopra: morale, immorale, umile, presuntuoso, necessario quanto inutile, e pensate alla vera notizia. Pare infatti che Scuolazoo non attecchirà mai in Finlandia. La nazione famosa per il suo senso dell’humour è protagonista di una storia che paradossalmente fa notizia. Un tribunale finlandese, infatti, ha condannato un quindicenne a pagare una multa di 90 euro e a risarcire danni per 800 euro alla sua insegnante, poiché il “criminale” aveva messo su YouTube un video che la ritraeva. Il filmato in questione era intitolato “Karaoke dall’ospedale psichiatrico” e, con sottotitoli in inglese, ritraeva la docente mentre cantava alla festa della scuola il maggio scorso. La richiesta iniziale della prof era stata di 2000 euro, ma il tribunale ha dichiarato di aver ridotto l’entità del risarcimento poiché l’imputato era minorenne e perché il video era stato rimosso dopo appena 2 settimane.
Ora lungi da me prendere la Finlandia come esempio, un Paese che vanta uno dei più alti numeri di suicidi d’Europa, spaccato dalla piaga dell’alcolismo, il cui modello scolastico offre esami universitari che consistono nella maggior parte dei casi in test a risposta multipla, ma la differente reazione dell’opinione pubblica davanti ai video e alla messa all’indice di una persona (in questo caso ridicolizzazione di una figura professionale tanto lodata quanto ingiuriata) invita a riflettere (se non altro sugli opposti eccessi). In conclusione assegnarei un bel 1 a 1 all’incontro Italia-Finlandia con entrambe le reti per autogol. Forse basterebbero meno leggi e un po’ più di buon senso: ricordare che si ride con una persona e non di una persona.
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