Rispondere ad una domanda del tipo: “qual è l’invenzione più importante del ventesimo secolo?” può essere davvero complesso e potrebbe portare ad una grandissima varietà di risposte. O forse no. Se ragioniamo un po’ forse ci rendiamo conto che forse una risposta che può mettere d’accordo un bel po’ di persone c’è: il transistor. La conseguenza più importante dell’introduzione di questi componenti è stata la miniaturizzazione.
I computer già esistevano, ma allora si utilizzavano le valvole; è per questo che l’ENIAC, il primo computer, occupava diverse stanze.
Ma le valvole non erano solo ingombranti: il termine bug (cimice in italiano), che indica un difetto di un programma, originariamente era riferito al malfunzionamento di un (enorme) computer dovuto al fatto che le cimici si andavano a mettere tra gli zoccoli delle valvole.
Capiamo bene che se 60 anni fa, il 23 dicembre 1947 (beh si i 60 anni effettivi sono tra qualche giorno :D), John Bardeen, William Shockley e Walter H. Brattain (tutti e tre premiati nel 1956 col premio Nobel per la fisica) non avessero realizzato il primo prototipo del transistor (l’invenzione fu annunciata l’anno dopo dai Bell Laboratories), la nostra vita oggi sarebbe molto diversa: i server sarebbero enormi e i laptop sarebbero cose da fantascienza come i lettori MP3, i peacemakers,i PC,i telefoni cellulari, e tante altre cose qui non citate semplicemente per mancanza di spazio.
Pensate a quanti milioni di transistor affollano tutto questi oggetti.
42 anni fa Gordon Moore aveva predetto che il numero dei transistor su un chip sarebbe raddoppiato ogni due anni circa.
In molti erano scettici, eppure questa affermazione si è rivelata vera.
Negli ultimi anni però si è posta l’attenzione anche su altri aspetti come il leakage (fenomeno di dispersione di corrente) e il consumo di energia.
Per questi obiettivi era richiesto un nuovo design e Intel ha battuto largamente i suoi rivali come IBM e AMD grazie al passaggio dalla tecnologia a 65 nanometri (un nanometro è un miliardesimo di un metro) a quella a 45 nanometri.
Secondo Will Slope, vice presidente di Intel, “il transistor è il più evoluto pezzo di tecnologia nella storia”; ricorda ancora quando li producevano uno alla volta, mentre adesso l’ultimo processore sviluppato con processo produttivo a 45 nm ne contiene 820 milioni.
E Slope guarda anche al futuro: se con i progressi attuali nella nanotecnologia i dispositivi sono iniettati nel sangue per trovare e curare cellule o organi malati, tra qualche anno i transistor potranno essere presenti direttamente nei dispositivi o almeno sarà possibile controllarli dall’ esterno del corpo.
Crede anche che l’avanzamento nella tecnologia porterà ad una miniaturizzazione tale dei telefoni cellulari da poterli integrare nei vestiti nella fabbrica stessa.
L’ altra prospettiva è quella della costruzione di oggetti per la traduzione automatica, da includere direttamente nei telefoninini così da rendere qualsiasi comunicazione indipendente dalla lingua che si parla.
I commenti sono chiusi.