La tecnologia è uno strumento contro la povertà. E’ questo il motivo di fondo dell’edizione 2009 dell’Imagine Cup, la più importante competizione internazionale di informatica, innovazione tecnologica e creatività, alla quale hanno partecipato 300 mila studenti universitari di tutti i continenti.
L’obiettivo fondamentale di tutti i giovani che hanno partecipato alla manifestazione svoltasi in Egitto era sostanzialmente quello di fare qualcosa che possa rivelarsi utile per cambiare il mondo. Per realizzare questo scopo, nell’ambito di una concezione del nostro pianeta dove non esistono differenze e responsabilità delegate, gli studenti sapevano di aver in mano un’arma molto importante consistente nella tecnologia.
I progetti in gara sono stati accomunati dalla possibilità di utilizzare il software per cambiare il mondo. Si può usare la tecnologia e l’innovazione informatica per combattere le malattie e la denutrizione, l’isolamento, l’analfabetismo e il sottosviluppo. La tecnologia si rivela un mezzo fondamentale per superare le barriere e l’arretratezza, per arrivare ad uno stile di vita più facile e più rispettoso dell’ambiente.
L’Italia è stata rappresentata dall’Università di Udine con la sua caccia al tesoro virtuale condotta attraverso gli smartphone con rilevatori gps e mappe caricate in tempo reale da Windows Virtual Earth. Il premio più importante è stato assegnato alla Romania con “UpCity”, una piattaforma collaborativa che si propone di risolvere i problemi di una comunità attraverso la partecipazione dei suoi membri.
La tecnologia e la creatività può essere il giusto binomio per aiutare anche le parti del mondo che sono interessate dal sottosviluppo e dalla mancanza di infrastrutture adeguate. In quest’ultimo punto si sono distinti con i loro progetti Ugandesi e Indiani. Tutto questo per fare in modo che entro il 2015 un miliardo di persone possa godere di condizioni di vita migliori.