Dalla Russia, non me ne vogliano i compaesani di Putin, sembrano sempre venire i peggiori criminali informatici. In quel paese, tra cyberbanditi e mafia vige un sicuro legame, che abbiamo riscontrato più e più volte di seguito. Quindi non sorprende più di tanto questo ennesimo obbrobrio, un sito dedicato all’e-commerce di traffico internettiano. Su di esso si vendono e si comprano accessi, usati poi per gonfiare il successo del proprio sito, ridistribuire malware o frodare Adsense.
In effetti basta girare per la blogosfera, anche una piccola come quella italiana, per rendersi conto di quanto gli autori siano affamati di click. Nulla di strano, visto che si tratta di quello che paga (o dovrebbe pagare) la pagnotta. Questo sito, Robotraff, permette ai webmaster particolarmente “sporchi” di incontrare della gente ancora più sporca di loro. Infatti, il traffico che Robotraff vende non è generato per magia, ma si tratta di un segmento di quel vasto mare di computer zombificati dai malware, i famigerati botnet. A quanto pare, per esempio, poco più di 10 Dollari possono garantirti un migliaio di accessi apparentemente provenienti da Google, e ovviamente i numeri si possono aumentare a dismisura, drogando del tutto le statistiche del proprio sito.
Ma a reggere l’economia di Robotraff non sono solo i proprietari di siti Internet: In effetti, anche gli stessi hacker a quanto pare si vendono e si scambiano bot, anche decine di migliaia alla volta, allo scopo di diffondere con maggiore efficienza i propri malware o di redirigere utenti ignari su siti per adulti o illegali.
Ma le autorità russe non intervengono di fronte ad un simile mercato nero, fatto davanti agli occhi di tutti? La risposta è breve e categorica: no. Tanto per far ridere, vi posso anche dire che su Robotraff vi vengono presentati dei termini di servizio “severissimi” quando create un account: “Vietato usare il traffico di Robotraffic per fini illegali”. Ma figurarsi, chi potrebbe mai! Dopo tutto si tratta di un “servizio” inappuntabile :).
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