Reti wireless? Il 70% è facilmente accessibile a chiunque

WifiChi di noi ha mai provato (magari anche riuscendoci) a collegarsi alla rete domestica del vicino non protetta?
Bene, questa è la prova lampante della poca sicurezza che ogni amministratore da alla propria rete.
Non lo dico io, ma un’indagine dell’Osservatorio Nazionale per la Sicurezza Informatica, un’organizzazione no profit, promossa da Yarix in collaborazione con altre aziende del settore.

Ecco uno stralcio del comunicato emesso:

“Yarix insieme all’Osservatorio ha condotto un’indagine nelle principali città del veneto per scoprire quanti spot, ossia quante connessioni senza fili, sono aperti e utilizzabili da chiunque voglia agganciarsi.
Questa tecnica, usata anche dagli hacker, è detta Wardriving e consiste appunto nello scansionare con attrezzature di facile reperibilità spot wifi aperti. Gli spot aperti sono porte aperte sulle aziende o sui PC dei privati: permettono con estrema facilità di entrare nella rete e nei PC, di intercettare dati sensibili come le password dei conti bancari o i codici delle carte di credito”.

I risultati emersi sono davvero poco rassicuranti, visto che oltre il 68% degli hot spot di aziende o di privati, analizzati in Veneto, risultano facilmente accessibili.
Inoltre udite udite, tra questi è presente anche uno di una nota Banca del centro di Treviso.
A lanciare l’allarme è stato Mirko Gatto, dell’Osservatorio:

Immaginiamo non solo cosa possa significare entrare liberamente nella rete di una banca, ma anche quali pericoli corrono gli ignari utenti: qualcuno potrebbe utilizzare il loro IP per commettere reati, scambiare file illegali, commettere truffe.

Ciò che dice Gatto non è affatto sbagliato, ma il tutto deve essere preso un tantino con le pinze, anche perchè l’indagine è circoscritta al solo Veneto e non all’intera penisola.
Magari un pò di allarmismo fatto anche per ritorni economici visto che Yarix è una società che si occupa di sicurezza informatica? 😉
Di sicuro l’ignoranza in campo informatico è parecchio diffusa e non solo in Italia, visto che è recente la notizia di un arresto in Inghilterra per piggy-backing, un fenomeno per il quale c’è gente che sfrutta senza permesso le connessioni wireless non protette di altre persone.
Quindi mi rivolgo ai semplici privati in possesso di una rete Wifi:
“Arginare un problema simile, proteggendo con una password la propria rete (domestica) credete sia cosa da cervelloni?”
Spetterà ai moderni algoritmi di crittazione, installati nei software dei vari router, fare il resto.

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