La rete, sempre più usata a popolata, genera dei fenomeni che non ci aspetteremmo di trovare on line, ma che invece sorprendentemente si estendono dalla realtà al mondo di internet. Uno di questi è per esempio il racket, che dal modo reale si estende anche a quello virtuale.
Sul web agiscono i criminali informatici, che, attraverso l’uso di appositi programmi, riescono a volte a bloccare i siti, in modo da poter chiedere il pagamento di una somma di denaro per sbloccarli. In genere il pagamento del pizzo avviene per mettere fine all’attacco informatico realizzato per mezzo di una rete di computer zombie.
Questi computer, inconsapevoli di costituire un mezzo per la realizzazione dell’attacco, sono in grado di generare un enorme flusso di dati, che saturano la banda di accesso dei server, rendendo impossibile l’accesso ai portali sotto attacco. Anche se le aziende in genere non si mostrano disponibili a parlare dell’argomento, il fenomeno sembra essere in aumento.
Questa forma di criminalità on line è in grado di produrre un giro d’affari che interessa diversi miliardi di euro ogni anno e sembra configurarsi come una delle attività illecite che vengono compiute on line, accanto a quelle più conosciute come lo spam. Il tutto si presenta tra l’altro come azioni frutto di una vera e propria organizzazione.
I più colpiti dal pizzo on line sono i portali che si occupano di commercio elettronico e gli sportelli bancari sul web. Questo crimine procura parecchi danni, anche perché in genere le aziende scelgono di pagare, pur di non vedere bloccato il proprio sito. D’altronde non è così facile difendersi, sia perché non esiste una protezione che possa scongiurare ogni pericolo sia perché le difese informatiche necessarie hanno costi molto elevati.