ReactOS: il clone open source di Windows

ReactOS

Le premesse di ReactOS sono strane e contro-intuitive, specie per l’attuale modo di pensare: clonare il kernel di Windows per creare un’alternativa completamente gratuita e open source al sistema operativo di Microsoft, che sia perfettamente compatibile con tutti i software e i driver creati per quella piattaforma. Gli sviluppatori di questo progetto ormai ultra decennale infatti non hanno la minima fiducia in Linux, e ritengono che non sarà mai un sistema per desktop e che l’uomo comune non vorrà mai imparare come si usa, preferendo rimanere al sicuro all’interno del suo universo Microsoftiano.
Vero o falso che sia (secondo me non hanno mai provato Ubuntu), il loro impegno è stato durevole e concreto, e ReactOS ha ormai raggiunto un grado di sviluppo molto sofisticato: a loro parere, se andate a formattare il PC di vostra nonna e lo sostituite al suo usuale Windows, è improbabile che si accorga che c’è qualcosa di diverso. Purtroppo, essendo ancora una versione Alpha, la fortuna più grossa di tutte è che sul computer di vostra nonna riesca a funzionare 😉

ReactOS screenshot
La shell di ReactOS è familiare quanto la Casa Nella Prateria

Un kernel che non ha mai visto il sole sorgere su Redmond
Lavorare alle fondamenta di ReactOS deve essere stato difficile e massacrante. Il kernel è stato studiato per tornare alle sue basi, ed essere il più semplice e snello possibile. Effettivamente la caratteristica principale di questo bizzarro clone è di girare molto più in fretta dell’originale!
Vi chiederete come hanno fatto a non infrangere le leggi sul copyright, probabilmente. Si tratta di Clean Room Reverse Engineering: partendo da basi comuni, ricreare le stesse funzioni senza utilizzare nessun materiale protetto dalla legge, tenendo ben separato chi esamina il sistema di partenza e chi crea la copia-carbone.

L’interfaccia grafica è tornata dal mondo dei morti
Beh, quando vedete ReactOS per la prima volta vi rendete subito conto che assomiglia a Windows 2000. La scelta non è casuale: di tutte le interfacce di Microsoft, è sicuramente la meno “gonfia” e la più riconoscibile, senza gli strani ammorbidimenti plasticosi di XP e le strane… idee di Vista. In particolare si tratta di una versione molto fredda e snella di quell’interfaccia, con un font meglio visibile e qualche tastino e funzione migliorata aggiunti in giro.

Ma è davvero compatibile?
Alla base di questo progetto c’è l’idea di creare un sistema gratuito e a codice aperto in grado di far girare tutto quello che gira su Windows. Chiaramente, questo obiettivo è ancora lontano! Stiamo parlando di un Alpha, e la road-map è lunga e progettata a scaglioni separati. Il lavoro non viene fatto su tutto contemporaneamente ma solo un pezzo alla volta, prima di passare al successivo, e questo significa che fino all’arrivo alla versione 1.0 tutto il progetto soffrirà di instabilità, di binari morti e di problemi. Fortunatamente il progetto ReactOS è gemellato con Wine, il progetto di compatibilità per far girare i programmi Windows su Unix & Famiglia, e quindi gran parte del lavoro è stato già fatto. E sotto la buona stella di questa relazione simbiotica, i passi avanti sono stati significativi.

Conclusioni
Si tratta di un ottimo progetto che dopo otto anni di annaspamenti ha cambiato rotta, e negli ultimi tre ha percorso molta strada. E’ ironico che abbia preso un sentiero lasciato completamente alle ortiche da Microsoft: un sistema leggero e piacevole da usare evoluto su Windows 2000, l’unico degli ambienti made in Redmond che io ricordi con affetto e piacere.
ReactOS ha un futuro vero? Non lo so, sono esistiti decine di progetti informatici con ideali grandiosi, e di solito sono tutti naufragati miseramente. Io auguro loro ogni bene, e li terrò d’occhio. Se è vero che vogliono implementare anche le dx10, vi assicuro che un giorno lo piazzerò con gioia “dall’altro lato” di Bootcamp.

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