Sappiamo bene quanto il P2P visto dalla parte del “consumatore” sia una cosa della quale difficilmente si potrebbe fare a meno (mi riferisco in particolare all’uso illegale di questo strumento), come anche crei tanti grattacapi non solo ai “produttori” di contenuti, ma anche ai vari ISPs (Internet Service Providers) che si devono trovare a fare i conti con il grande quantitativo di bandwidth impegato.
Ma sembra che si stia affermando un trend diverso che vede il video streaming che cresce e il P2P che perde terreno. Con soddisfazione di tutte e tre le parti, a quanto sembra :).
Le conclusioni sono state tratte sull’analisi dei dati di un ISP inglese, PlusNet. Il fenomeno in Inghilterra è “guidato” principalmente da iPlayer; analoga situazione negli Stati Uniti dove praticamente tutte le maggiori emittenti televisive offrono un servizio del genere.
Ed ecco che dunque i dati di PlusNet mostrano che la banda media di 13,4 TB al giorno dello scorso anno utilizzati nelle varie reti P2P, si è ridotta a 12,2 TB; in percentuale quest’ultimo dato costituisce il 25,9 % del traffico totale.
Ma cosa ha decretato il successo del video streaming? Principalmente la facilità d’uso, la possibilità di usufrurire dei contenuti praticamente all’istante (mentre sappiamo che un download può richiedere anche diverse ore) e, ultimo nell’elenco, ma non per importanza, è il fatto che tutto ciò è perfettamente legale, almeno quando i contenuti sono gestiti direttamente da un’azienda. La situazione è diversa nel caso di YouTube, dove i contenuti sono user-generated, tuttavia quello della pubblicazione illegale di contenuti coperti da copyright su un sito di videostreaming costituisce un problema sicuramente più semplice da contrastare rispetto alla diffusione di contenuti pirata tramite reti peer-to-peer.
E tutti ritrovarono la felicità 😀
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