La pirateria informatica rappresenta un tema di grande attualità e per il quale sono state proposte molte soluzioni, che in fin dei conti non si sono rivelate del tutto efficaci a combattere il fenomeno. In particolare la questione si rivela importante quando coinvolge movimenti di denaro.
Le carte di credito sembrerebbero uno dei bersagli più ambiti dai pirati, come il giovane hacker statunitense, che ha finito col dichiararsi colpevole di essere alla guida di una banda che agiva a livello mondiale e che sarebbe stata responsabile di aver rubato i numeri di 40 milioni di carte di credito.
Albert Gonzalez, questo il nome dell’hacker ventottenne di Miami, sarebbe riuscito a danneggiare in questo modo delle note catene commerciali. Ultimamente l’atteggiamento del giovane è sembrato molto più accondiscendente rispetto ad un anno fa, quando era stato arrestato. Il tutto deriva da un vero e proprio accordo con la pubblica accusa sulle dichiarazioni che l’hacker avrebbe fornito circa la sua ammissione di colpevolezza.
Ad Albert Gonzalez sono stati sequestrati computer e denaro del valore totale di 1,6 milioni di dollari. Per il giudice adesso si pone il problema di trovare le modalità adeguate per risarcire le numerose vittime dell’atto illecito. I danni provocati in effetti sono ingenti e si calcola che ammontano ad un valore di gran lunga superiore a ciò che è stato sequestrato al pirata informatico.
Provvedere a fare in modo che azioni di questo genere non si ripetano più o avvengano in maniera limitata, sarebbe già un gran passo avanti verso la risoluzione di un problema che per certi suoi aspetti rischia di diventare davvero insostenibile.
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