Phishing, prima condanna in Italia

sentenzaScacco matto nella lotta contro il phishing, di cui tante volte vi abbiamo parlato per segnalarvi i casi più pericolosi e cercare così di tenervene alla larga.
Dopo l’arresto di 26 persone nel luglio scorso da parte della Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione “Phish and Chip” (no comment ;)), ieri a Varese è stata emessa la prima vera condanna per un caso di phishing.
A scontare la pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione sarà un impiegato 23enne di Varese, che nei primi sei mesi dell’anno scorso aveva sottratto ad ignari correntisti una cifra totale di soli 800 euro.

Giuseppe F. comprava pacchetti di SMS online e li utilizzava per mandare a caso messaggi con mittente CartaSì che dicevano: “Chiami il numero […] di Servizi Interbancari per verificare la transazione con la sua carta di credito, al fine di verificare usi fraudolenti”.
I destinatari chiamavano quel numero su cui Giuseppe aveva impostato un risponditore automatico che chiedeva loro di inviare i propri dati di carta di credito. Et voilà!
Nella primavera dell’anno scorso CartaSì, evidentemente a seguito delle segnalazioni dei clienti, aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Milano, che permise alla Polizia Postale di arrivare subito all’ideatore della truffa.
Al GUP milanese ha dichiarato di averlo fatto “un po’ per scherzo” e che non pensava che “avrebbero abboccato così in tanti”.
Giuseppe, oltre alla reclusione, dovrà risarcire le vittime del suo inganno per 1000 euro e altri 10000 euro li dovrà dare in risarcimento a CartaSì per i danni d’immagine.

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