Lo storico leader dei Rolling Stones ha sempre mostrato un certo disappunto rispetto all’industria discografica, definendola assolutamente inutile. Più in generale il rapporto tra gli artisti e le major è sempre stato teso e particolarmente favorevole alle grandi aziende. Secondo Mick Jagger prima del 1970 i compensi degli artisti erano molto modesti o del tutto inesistenti come è possibile riscontrare nella storia di Otis Reddings o di Chuck Berrys. Con l’arrivo delle prima major sono aumentati i costi per i consumatori e la fama degli artisti.
La repentina e massiccia diffusione di Internet prima e del peer to peer dopo, secondo quanto dichiarato dal cantante, hanno avuto il merito di rimettere in discussione tutti gli equilibri consolidati e costretto le industrie musicali a difendere i soggetti ai quali hanno per anni sottratto ingiustamente tutti i compensi economici derivanti dal loro lavoro.
Quindi Jagger ha preferito schierarsi con famosi artisti come Shakira, Norah Jones o Nelly Furtado che considerano il file sharing come un’opportunità per arrivare ai propri fan che non hanno le possibilità economiche per sopperire agli alti costi dei Compact Disc. Gli artisti sostengono di ricevere compensi da altri canali. Recentemente il pianista David J.Hahn ha affermato che Mozart o Beethoven non hanno mai avuto bisogno di incidere un disco.
Inoltre una recente ricerca effettuata da alcuni ricercatori di Harvard ha dimostrato come le registrazioni musicali attuali, rispetto all’anno 2000, sono raddoppiate, dimostrando che il p2p non danneggia la musica o il cinema, ma al contrario li aiuta.