Non molto tempo fa c’è stata la discussa acquisizione di Sun, storica società creatice di Java, da parte di Oracle, e questo aveva scatenato le paure (e, in alcuni casi, le ire) di chi, sostenitore dell’open source, temeva (e probabilmente teme ancora) per le sorti delle applicazioni e dei servizi sviluppati da Sun.
Poco tempo prima, Sun aveva acquistato il celebre database relazionale open source MySQL e il popolo della rete teme possa venire messo da parte, dato che il mercato principale di Oracle è proprio quello dei database.
Si teme inoltre anche per Java, celebre linguaggio di programmazione e ambiente d’esecuzione multipiattaforma tanto importante per molti software open source e non, orientati alla rete e non solo, spesso anche per piattaforme mobili (Android, tra gli altri, fa girare applicazioni scritte in Java). Un altro progetto di cui si è recentemente discusso, che era stato precedentemente acquistato da Sun, è il software di virtualizzazione VirtualBox che, col rilascio della versione 3.2, reca il marchio di Oracle, non presente precedentemente.
OpenOffice.org è la celebre suite per l’ufficio open source, totalmente gratuita e multipiattaforma (è disponibile per Mac, Linux, Windows, e non solo), nata dal progetto StarOffice di Sun e che, fino alla versione 3.2, recava il marchio di Sun in bella mostra. Col rilascio della versione 3.2.1 che, per il resto, apporta poche migliorie, viene per la prima volta introdotto il logo di Oracle.
Tra le poche novità introdotte da questa versione, c’è la nuova schermata che all’avvio permette di selezionare le applicazioni, ora diventata più seriosa, accompagnata da un rifacimento delle icone, studiate in modo da evidenziare il supporto nativo di OpenOffice.org al formato libero OpenDocument, per l’intera suite, fondamentale perché unico standard approvato ufficialmente e raccomandato dalla Comunità Europea per lo scambio di documenti.