Si tratta forse dell’ultimo grande piano possibile per salvare l’industria dei quotidiani. L’ha pensato Rupert Murdoch, il cosiddetto re australiano dei media… Non che ci volesse molto ingegno ed originalità.
Corriere.it oggi ci presenta un articolo che oserei definire “adorante”, in cui si fanno mille complimenti all’idea di Murdoch di “fotocopiare” il Kindle di Amazon (di cui recentemente è stato annunciato un secondo modello più grande adatto ai quotidiani), allo scopo di chiedere soldi agli utenti che si vogliono abbonare alle testate giornalistiche della sua News Corp. Murdoch, è ben noto, è persona assolutamente allergica al concetto di gratuito, e avendo ben elaborato il fallimento di decine di giornali americani ha fiutato questa nicchia ecologica ancora libera. Il magnate desidera creare un modello commerciale che tagli letteralmente fuori il web dall’equazione. Niente più quotidiani-pseudoblog sorretti dalla pubblicità, insomma, ma iscrizioni a pagamento ai suoi giornali.
Come convincere gli utenti a pagare per leggere online? L’idea di Murdoch è da testo universitario di economia: “creare” la scarsità dove scarsità non esiste (ovverosia sul web) in modo da COSTRINGERE la gente a sborsare soldi per avere un servizio che in questo momento è nominalmente gratuito. A questo punto vorrei far notare che un qualsiasi organo di stampa che è infarcito di pubblicità non è AFFATTO gratuito, e se non si trova una maniera per guadagnarci sopra il problema è il tipo di modello pubblicitario a non funzionare… Francamente, non ho mai sentito di alcuna rivista o giornale che si sorreggesse sugli introiti del prezzo di copertina, e tutti sanno che questa è la natura del business dell’editoria giornalistica, ma a quanto pare se Murdoch dice che il nero è bianco, un numero considerevole di persone si ritrovano ad annuire e dargli ragione senza tante altre giustificazioni.
Funzionerà il piano di Murdoch? Non è possibile rispondere… Dipende solo dal quantitativo di “violenza commerciale” che esso scatenerà contro tutto il resto del web e dal grado di convincimento che sarà possibile operare sugli utenti. Del resto, nel ventunesimo secolo commercializzare un prodotto vuol dire far credere che esso sia necessario, anzi, vitale :).
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