Dopo aver letto questa notizia, suonano un po’ sinistre le affermazioni che Ballmer ha rilasciato l’altro ieri in una conferenza a Wall Street. Usando il suo solito charme e modo di fare cortese da venditore di auto usate yankee, il buon Steve ci ha fatto una rassegna delle sue nemesi:
Al primo posto tra tutti i concorrenti di Microsoft abbiamo il mercato della pirateria. Con questo, intendiamo versioni di Windows che sono prive della relativa licenza. Nelle parole di Ballmer: “Questi sono concorrenti duri da battere, perchè hanno un buon prezzo e un prodotto favoloso, ma ci stiamo lavorando su.”
Al secondo posto del grafico a torta di Microsoft abbiamo uno dei nemici più acerrimi di Microsoft, ovverosia Linux. Chiaramente qui la quota di mercato è influenzata dall’enorme peso che i server Linux hanno sulla faccia della rete, ma nonostante questo è sull’utente desktop che Ballmer sta tenendo il suo discorso.
Al terzo posto Ballmer ci mette Apple. In una sua mossa tipica, minimizza il successo dell’avversario: “Apple probabilmente ha aumentato la sua quota di mercato di un punto percentuale nell’ultima annata. E un punto o più sono cifre piuttosto interessanti su un bacino di utenti di 300 milioni, ma non così imponente come certa gente potrebbe pensare”.
Come il blogger di eWEEK nota furbescamente, forse non è il caso di mettere al primo posto la pirateria: ci metterei la concorrenza interna, ovverosia la maniera in cui XP ha sconfitto il suo diretto successore generando ogni sorta di problemi a Microsoft. Un trend che solo ora potrebbe invertirsi con l’arrivo di Windows 7.
C’è da dire che alla Microsoft qualcosa l’hanno capita: i netbook sono importanti, ed infatti vedrete nel grafico qui sopra che saranno uno dei perni attorno ai quali girerà la vendita di Windows 7, che al contrario di Vista srà in grado di girare su computer economici senza soffrire.
Un’altra cosa invece Ballmer non l’ha capita affatto, ed è davvero un vuoto sorprendente:
“Nell’ultima annata abbiano dato il via a campagne pubblicitarie su Windows molto più significative che nel passato, che mi hanno convinto fossero necessarie. Ma non è qualcosa che dà un aiuto concreto, per così dire, la chiamerei più un’area di investimento”.
Francamente, dopo aver visto di cosa è capace il marketing di Apple ora che la tecnologia è un bene accessibile e desiderabile per enormi fette della popolazione, uno si aspetterebbe un po’ più di buon senso dal CEO di un’azienda con il curriculum di Microsoft…
Immagine da eWeek.com
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