Sebbene eterne rivali, la società di Steve Ballmer e quella di Eric Schmidt sembrerebbero essere unite dal desiderio di modificare l’attuale legge sulla privacy americana. Le due aziende in guerra tra loro nel settore dei motori di ricerca sono concordi nel fatto che l’Electronic Communications Privacy Act, organo che regola anche le comunicazioni via Internet, è nato in un periodo nel quale il panorama informatico era completamente diverso e per il quale l’estensione delle vecchie norme non è più sufficiente. Microsoft e Google, hanno quindi richiesto una revisione delle attuali norme vigenti.
Il punto focale della questione è la maggiore chiarezza circa i poteri delle forze dell’ordine in materia di utilizzo dei dati elettronici nelle indagini, dall’uso degli indirizzi IP alle coordinate GPS. Secondo Mike Hintz, uomo di Redmond, quasi la totalità degli utenti Internet sarebbe interessato a maggiori garanzie sulla propria privacy, più volte anteposta anche alla sicurezza informatica.
La questione è oggi più che mai importante visto il prossimo approdo del cloud computing che sposterà i dati degli utenti su server esterni. In particolare viene chiesto di ottenere un apposito mandato dal giudice prima di ottenere informazioni inerenti la posta elettronica, indirizzi IP, cronologia della navigazione e i dati Gps di tutti i cittadini sospettati.
Secondo quanto sostenuto da Ryan Radia, direttore del Competitive Enterprise Institute, l’obiettivo principale non è danneggiare le attività della polizia ma riequilibrare il rapporto tra la privacy e le forze dell’ordine.