Microsoft e Google continuano a scambiarsi accuse. Secondo la Microsoft, infatti, Google avrebbe aggirato le misure di tutela della privacy degli utenti del browser Internet Explorer. A meno che un sito non sia conforme al P3P Compact Policy Statement, Internet Explorer blocca i cookies provenienti dai siti web, Google avrebbe appunto aggirato qusta restrizione per poter “spiare” la navigazione degli utenti di Internet Explorer. Data l’importanza delle accuse, il motore di ricerca non ha fatto attendere una pronta (e interessante) risposta.
Come già visto qualche giorno fa, Google era stato accusato di aver spiato gli utenti di Safari. Dopo le accuse di violazione della privacy relative al browser Safari, Google si vede ore accusato dello stesso “crimine” anche da Microsoft: “Abbiamo riscontrato che Google aggira le misure di protezione della privacy in IE“. Google si è prontamente difeso affermando lo standard P3P è ormai obsoleto e che tanti altri siti web lo aggirano allo stesso modo. Lo standard P3P, che dovrebbe essere uno strumento a difesa della privacy, è quindi ignorato da circa 11mila siti, tra questi troviamo Facebook, Amazon e (sorprendentemente) anche dei siti della Microsoft stessa come MSN e Live.com.
Alla luce di tutto ciò, è ovvio che Microsoft fosse a conoscenza da anni di questa presunta violazione. Date le accuse del Wall Street Journal a Google riguardo il “caso Safari”, Microsoft ha voluto puntare il dito verso uno dei suoi rivali. Nelle sue pagine relative alla policy, Facebook dichiara “Lo standard P3P è ormai obsoleto e non riflette le tecnologie attualmente in uso sul Web, quindi gran parte dei siti Web al momento non dispone di normative P3P“. Ma il fatto che lo standard P3P sia obsoleto e che la maggior parte dei siti web lo ignori, è davvero una scusante per Google?. In attesa di risposte certe (o di altre accuse e controaccuse), a farne le spese rimane sempre e comunque la privacy degli ignari utenti.