Si è finalmente placata l’ondata di attacchi informatici che hanno tenuto in scacco molti siti istituzionali e commerciali con sedi negli Stati Uniti e Corea del Sud.
Alcuni investigatori sono riusciti a bloccare alcuni Server utilizzati dagli hacker e considerati punto di snodo dell’offensiva telematica. Sebbene non esistano evidenti prove di colpevolezza, le autorità di Washington e Seul ritengono che l’intera operazione sia stata ideata dal regime di Pyongyang, Corea del Nord, che da diverso tempo ormai era al lavoro per la creazione di un gruppo formato dai più grandi esperti di sicurezza informatica ed azioni di sabotaggio telematico.
La tecnica utilizzata per i recenti attacchi sul web, peraltro nulla di originale ed innovativo, è quella del remote file inclusion, ovvero un metodo utilizzato dalla maggior parte dei comuni criminali del web, che mira alla creazione di una o più botte, ovvero delle reti di calcolatori collegate e controllate da un’unica entità in grado di diffondere dello spam ed impossessarsi dei dati sensibili.
Secondo quanto recentemente svelato dalle aziende antivirus, tale attacco è stato facilitato dalla forte risonanza che la morte di Michael Jackson ha avuto in tutto il mondo, creando delle pagine trappola legate al re del pop per diffondere successivamente malware nei pc degli utenti, i quali a loro volta venivano trasformati in veicoli di infezione.
Insieme alle migliaia di pagine create per Michael Jackson, molte sono state le pagine create alla recente scomparsa dell’attrice Farrah Fawcett, anche queste con l’obiettivo di diffondere il malware su altri pc. Un operazione che è riuscita a colpire oltre 200 mila computer.