I messaggi su Twitter possono causare anche degli episodi spiacevoli, come quello che ha visto come protagonisti due anziani, la cui abitazione è stata messa sotto assedio da delle persone a causa di un tweet sbagliato. Ma procediamo con ordine. La vicenda inizia subito dopo l’uccisione, da parte della guardia americana George Zimmerman, del 17enne Trayvon Martin, considerato un soggetto pericoloso solamente per un cappuccio in testa e per il colore della pelle.
La vicenda ha lasciato l’America sotto choc e sull’episodio è intervenuto anche il presidente Obama, che ha definito Martin il “figlio che non ho mai avuto”. Naturalmente anche sui social network si sono moltiplicati i messaggi contro il razzismo nel corso delle passate settimane.
E anche il regista Spike Lee ha deciso di contribuire alla causa inserendo sul suo account del portale di micro blogging messaggi discriminatori provenienti dalla rete, per far comprendere che certe persone hanno in mente molte idee sbagliate.
L’ultimo tweet online inserito da Lee conteneva proprio il presunto indirizzo di casa della guardia, Zimmerman. Così immediatamente alcuni frequentatori di Twitter si sono messi d’accordo e sono andati ad assediare la casa indicata nell’indirizzo scritto sul profilo di Spike Lee.
Peccato però che quella non fosse la casa di Zimmerman, ma del figlio di Elaine e David McClain, che ha lo stesso nome della guardia protagonista dell’omicidio. La coppia di anziani non ha saputo come reagire dopo l’assedio ed è stata costretta a trascorrere una notte in un hotel.
Per fortuna non succede sempre così, ma a volte gli strumenti social possono diventare delle pericolose armi a doppio taglio, che con l’intenzione di fare del bene finiscono invece per causare dei disguidi imbarazzanti, come in questa vicenda.
L’episodio d’altronde ci permette anche di riflettere sulla rilevanza da dare ai messaggi inseriti sui social network, che a volte possono causare anche degli episodi non voluti. Non sempre infatti le fonti sono verificate e, anche nel caso di notizie, sappiamo certamente bene che siamo in presenza spesso di bufale su Facebook e di messaggi privi di alcun riscontro.
La vicenda di Spike Lee comunque non si è ancora conclusa, considerando che il regista dovrà affrontare una causa legale. E non è bastato nemmeno rimuovere il messaggio online su Twitter e scusarsi con la famiglia: “Mi scuso profondamente con la famiglia McClain. E’ stato un errore. Per favore lasciate i McClain in pace. Giustizia in Tribunale”.