McKinnon verso l’estradizione

McKinnonForse il nome di Gary McKinnon potrà essere insignificante per qualcuno, ma sono sicuro che in esso altri riconosceranno uno degli hacker più famosi al mondo (la palma d’oro spetta decisamente a Kevin Mitnick), accusato di aver commesso il più grande hack militare della storia.
Stamattina la Camera dei Lord ha respinto il suo appello in cui chiedeva di non essere estradato negli Stati Uniti e adesso il rischio di una condanna a 70 anni di carcere nel caso di riconosciuta colpevolezza per tutti i capi di accusa diventa sempre più concreta.
McKinnon, inglese di 42 anni (nome da “battaglia”: Solo) è accusato di aver violato tra il 2001 e il 2002 numerosi server militari; lui dice alla ricerca di notizie occultate dal governo statunitense sugli UFO, e si è sempre definito un “bumbling hacker“, incapace di costituire una minaccia per la sicurezza.
L’accusa ha offerto a McKinnon la possibilità di patteggiare una pena di 4 anni, se ammette di essere colpevole di due dei capi di accusa; altrimenti dovrà fronteggiare una sentenza che significherebbe carcere a vita.
Secondo Graham Cluley, senior technology consultant presso Sophos, azienda operante nel ramo della sicurezza, gli USA vogliono dare uin segnale forte a chi tenta di compromettere i loro computer e i loro dati.
Ma settanta anni non sono davvero troppi? Io penso proprio di sì.

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