Lo scroccare il pranzo è un’arte che affonda le sue radici nel DNA stesso dell’essere umano e nell’atavica lotta per la sopravvivenza. E’ un istinto innato e latente che scopri sin da bambino, ma che, a quanto pare, può esplodere anche nella piena maturità. Insomma durante il periodo universitario io e i miei “colleghi” abbiamo inventato i sistemi più improbabili per non pagare il pranzo, soprattutto se si trattava della mensa. Il furto d’identità è la cosa più banale, ma si può arrivare alla contraffazione, alla corruzione (porti il caffè ogni giorno al Cerbero che controlla i tesserini), alla concussione (ti fai pagare qualche caffè per cedere il tuo tesserino che non usi perché mangi a casa), fino a sistemi più sofisticati su vasta scala (riesci a sfamare anche tutti i tuoi coinquilini) basati sulla dislocazione della mensa in più locali e in sedi distaccate con computer non in rete.. Ovviamente il tesserino deve essere di un vincitore di borsa di studio con mensa gratis altrimenti tanto vale pagare.
All’epoca pensavo fosse solo un’abitudine/necessità universitaria, ma col crescere ho notato che il 70% della gente si reca alle mostre, alle presentazioni, alle conferenze, alle inaugurazioni, principalmente per il buffet. Nessuno degli ospiti solitamente è indigente: l’unica cosa importante è scroccare il pranzo possibilmente con aria indifferente e disinteressata, evitando di spingere troppo.
Il fenomeno è davvero interessante soprattutto se si verifica in luoghi particolari come la mensa aziendale di Google. L’abitudine è partita da alcuni ingegneri (ma quanto guadagna un ingegnere?) che si sono infiltrati nelle mense di Google e Yahoo! per gustare i pranzi riservati ai dipendenti dei due mostri sacri (della cucina?). La cosa ha fatto subito tendenza e si è diffusa in tutta la Silicon Valley. Le aziende, tutt’altro che scocciate (sì, ma così non c’è gusto..:) hanno battezzato il social scrocking lunch 2.0, cominciando a fare dei veri e propri inviti formali ai dipendenti di altre corporation per pubblicizzare prodotti o per procacciarsi nuovi talenti. Per i più curiosi sembra che la mensa più appetitosa e appetibile sia quella del sito web di social networking LinkedIn. Da provare..! 😉
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