Le storie di bullismo purtroppo non si consumano solo nelle scuole, ma anche in quello che è il mondo virtuale dei social networks; tra queste ce ne sono alcune che finiscono tragicamente. Le attrici di questa triste storia sono Lori Drew, 49 anni, statunitense e Megan Maier, amica di sua figlia, allora tredicenne.
La piccola Megan purtroppo nel 2006 si è suicidata al termine di una relazione su Myspace con quello che credeva fosse un teen-ager come lei, ma che in realtà era proprio Lori Drew.
La donna aveva creato il fake account, spacciandosi per un certo Josh Evans, per “vendicare” la figlia, con cui Megan aveva litigato.
Gli ultimi sviluppi del processo vogliono la Drew colpevole di tre capi di accusa per accesso non autorizzato a MySpace; sebbene ognuno di questi preveda un anno da trascorrere in prigione e il pagamento di 100000 dollari, è difficile che la donna venga condannata ad una pena detentiva.
La cosa più importante, poichè viene creato un precedente, è che Lori Drew non sia stata ritenuta colpevole di tre reati di violazione della Computer Fraud and Abuse Act (guardate ad esempio il punto 5); la giuria ha infatti respinto la richiesta dell’accusa, che voleva che l’accesso illegale a MySpace da parte della donna venisse considerato sullo stesso piano del computer hacking (il link alla voce hacker vi riporta alle mie solite precisazioni sul termine).
Ad ogni modo la difesa ha già presentato ricorso, puntando sull’insufficienza di prove. L’avvocato di Lori Drew ha dichiarato che la sua assistita è rimasta stupita dal verdetto, che prova una profonda tristezza per il suicidio di Megan e la vicenda l’ha segnata profondamente.
Capisco bene che quella dei tredici anni sia un’età molto particolare , in cui i genitori devono seguire i figli; il fatto di porsi al loro livello decisamente no.