Ricordo che alcuni miei amici avevano un gruppo musicale, tempo fa, e quando entravano in fase di montaggio campeggiava sopra il computer un biglietto scritto a caratteri cubitali, che esortava alla pratica del backup. Che certe persone predichino bene e razzolino male, è un dato di fatto: prova ne è quello che è successo al giornale Business 2.0, edito della stessa, prestigiosa casa del celeberrimo Time Magazine.
Dopo essere stati bruciati una volta, i miei amici musicisti hanno iniziato a salvare i propri dati in duplice (triplice?) copia, ma Business 2.0 non è stata altrettanto saggia: dopo aver pubblicato vari editoriali sulla necessità di un salvifico registro dati, si sono infatti resi conto con orrore che il server incaricato del backup non stava funzionando… troppo tardi. Infatti un crash di sistema ha cancellato tutto il loro lavoro. E se non fosse stato per il fatto che una copia con i soli testi (i layout sono persi per davvero) era stata già mandata ai loro legali per la registrazione, la rivista non sarebbe apparsa sugli scaffali, a giugno. Il loro motto era “fare il backup è necessario come passare il filo interdentale”, pensate.
Scommetto che nella loro redazione ci sono un sacco di problemi di carie!
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