La polizia australiana beccata con le mani nel sacco: piratavano i film

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Scaricatori folli di files dal p2p, godetevi questa notizia, vi sollazzerà alquanto. Secondo quanto rivelato da The Australian, durante un controllo sui sistemi informatici della polizia australiana del reparto informatico, nei computers appartenenti a centinaia di poliziotti sono stati trovati diversi film scaricati.

Non è accertata l’origine di questi film, ma pare molto probabile che siano stati scaricati via p2p dallo stesso luogo, direttamente da questi pc presi in esame o scaricati da pc personali e poi trasferiti in ufficio.
Gli alti funzionari della polizia australiana sono stati informati subito della scoperta; le fonti della polizia stessa hanno comunque annunciato alla stampa che non ci saranno ulteriori investigazioni sul caso, a causa del gran numero di poliziotti coinvolti (motivazione piuttosto opinabile, a mio parere).
La Australian Federation against Copyright Theft (AFACT) ha commentato chiedendo (dovute) spiegazioni, soprattutto sul motivo per il quale i poliziotti possano passare indenni da ciò che normalmente viene considerato un crimine. Ironia della sorte, la AFACT aveva annunciato di lavorare a stretto contatto con la polizia; probabilmente proprio questa vicinanza ha permesso ai poliziotti di sentirsi al sicuro commettendo un crimine da loro stessi normalmente perseguito. Avranno pensato che sicuramente non si sarebbero denunciati tra loro, non fa una piega no?
Ora il lacerante dilemma: nel caso in cui i poliziotti rimanessero impuniti, si creerebbe in Australia un precedente favorevole agli amanti del filesharing, dimostrando che punire il singolo cittadino per gli stessi crimini sarebbe ingiustificabile; d’altro canto però, se i poliziotti venissero puniti secondo legge, che prevede una multa da circa 60,500 dollari australiani (ovvero 35,500 Euro) e 5 anni di carcere per ogni infrazione commessa col filesharing, il personale di polizia che dovrebbe vigilare subirebbe un nettissimo taglio, mettendo in difficoltà il reparto informatico. Poi chi vigilerebbe sui vili marrani che violano il copiright?

In ogni modo, questo caso farà riflettere ancora sulle pene assolutamente non proporzionate al reato, poichè non è stato ancora dimostrato che il p2p comporti dei reali danni economici. Farà sicuramente riflettere questa notizia: il fatto che anche la polizia utilizzi il filesharing come i normali cittadini fa pensare che la legge andrebbe quantomeno ridiscussa.

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