Già da tempo si era al corrente della lotta di Google contro streaming e P2P. Il motore di ricerca aveva infatti deciso di “censurare” i suggerimenti di ricerca contenenti le parole Megavideo, Rapidshare e BitTorrent, ora la “lista nera” di Google si allarga anche ad altri nomi di siti e servizi considerati “pirati”. Lentamente, a partire dagli USA, tutti i contenuti considerati lesivi del diritto d’autore verranno eliminati dalle opzioni di ricerca dei siti, dei suggerimenti di ricerca, dalle ricerche correlate e dal sistema di autocompletamento della search box. Vediamo quindi quali sono i siti di streaming, web-hosting e P2P finiti nella blocklist di Google.
Google ha già inserito nella sua lista nera i siti facenti riferimento a BitTorrent, P2P e streaming illegale come Megavideo, Rapidshare e MegaUpload. Ogni genere di piattaforma per la condivisione dei contenuti utilizzata dagli utenti a scopi illegali verrà presto bandita da Google, le ultime “vittime” in ordine di tempo sono state The Pirate Bay, Isohunt, Filesonic e Fileserve, per tutti questi siti dunque niente più suggerimenti di ricerca.
Gli utenti sono già in rivolta, sostenendo che Google stia diventando il “Grande Fratello del web” e che questi provvedimenti vadano contro il motto stesso della società “Don’t be evil”. Da Mountain View rispondono che il motore di ricerca deve rispettare norme del diritto d’autore vigenti e rispondere alle richieste delle major di eliminare i link che facilitano la violazione sistematica del copyright. Google spera che i provvedimenti possano portare a risultati positivi contro il fenomeno della pirateria, non ci resta che aspettare e vedere quali conseguenze avrà la decisione di Big G.