La legge SOPA arriva in Italia, (ancora) guai in vista per streaming e P2P?

sopa italia
Negli ultimi giorni la legge SOPA ha fatto molto discutere sia negli USA che nel resto del mondo. Nonostante il disegno di legge fosse infatti del governo americano, anche qui in Italia il mondo del web si è mobilitato in difesa del web e della libertà d’informazione. Il Stop Online Piracy Act ha praticamente scatenato una guerra digitale ma nonostante tutto un partito italiano ha deciso di importare il SOPA in Italia dando vita al provvedimento di legge chiamato FAVA. Il FAVA non è altro che una legge SOPA inasprita, ma vediamo più nello specifico cosa comporta questa legge.

La legge FAVA che prende il nome dall’onorevole Fava, esponente della Lega Nord, stabilisce che gli hosting provider sono responsabili dei contenuti pubblicati in rete. Oltre a questo per censurare o chiudere definitivamente un sito non serve consultare l’autorità competente, basta semplice richiesta del titolare del diritto d’autore. L’emendamento è già stato bocciato in commissione quindi gli internauti italiani, per il momento, possono deporre l’ascia di guerra. Quello che deve preoccupare è il continuo tentativo di far passare delle leggi (come la legge “bavaglio) che esprimono una linea già bocciata ovunque sia stata proposta.

Dopo la chiusura di Megavideo e la guerra digitale che si è scatenata in rete, forse i governi dovrebbero prendere esempio da paesi come la Svizzera, dove il P2P (per uso domestico) è stato legalizzato. Dopo il dietrofront dei Repubblicani sulle leggi SOPA e PIPA e il pericolo (per ora) scongiurato di una legge FAVA, sembra che il web possa tirare un sospiro di sollievo. L’utilizzo della parola “sembra” è d’obbligo in quanto i siti che rischiano di fare la fine i Megavideo e Magaupload sono tanti e quando SOPA, PIPA e FAVA sembrano accantonate, arriva l’FBI a cambiare le carte in tavola. Non ci resta che attendere per sapere quali saranno le prossime 4 lettere che faranno tremare il web (si aprono le scommesse).

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