La Corte d’Appello americana giudica le licenze open source vincolanti

licenza open source
Ci sono ormai milioni di singoli beni intellettuali diffusi come Creative Commons ed Open Source: ciascuno di essi può essere quindi ridistribuito liberamente a patto di seguire i termini della licenza, che di solito hanno clausole come il riconoscimento esplicito della fonte, oppure la pubblicazione unicamente a titolo gratuito. Questo metodo di diffondere codice software, arte e cultura sta conoscendo un momento di grande fioritura, ed oggi, una calda giornata d’agosto, è il momento di una grande svolta!

Fino ad ora nel paese a stelle e strisce le licenze open vivevano in una specie di “area grigia”. Era infatti impossibile stabilire se i loro termini erano semplici convenzioni oppure clausole legalmente vincolanti. La corte di San Francisco, la prima a deliberare sulla vicenda, aveva dovuto affrontare un caso concreto: il codice sviluppato da un programmatore (un software che gestiva modellini di treno), poi distribuito con licenza open source, era disgraziatamente stato rubato senza attribuzione da una software house. Il primo editto emesso riteneva questo tipo di licenza una proprietà intellettuale non difendibile dalla legge. Ma oggi, con ulteriore sentenza di secondo grado, la Corte d’Appello Federale ha ribaltato questa decisione: d’ora in poi su tutto il territorio degli Stati Uniti violare una licenza Open Source sarà equivalente a infrangere il copyright.
 
Probabilmente, però, è troppo presto per cantare vittoria. Manca ancora un grado di giudizio, la Corte Suprema… Se non ci saranno ulteriori ribaltamenti, però, vedremo i dipartimenti legali di molte grandi multinazionali del software tremare vistosamente.

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