La Cina (ri)blocca Youtube

CensoredPrima di scrivere questo articolo ho fatto una ricerca all’interno di Trackback per vedere quali risultati avrei ottenuto scrivendo keywords come Cina e Youtube; come mi aspettavo l’esito non è stato negativo e i fatti, entità e regioni coinvolte sono grosso modo gli stessi: la Cina, il Tibet, le proteste, la censura.
Sono passati circa 5 mesi da quando ienetta ne aveva parlato e domenica la storia si è ripetuta (e vista la grande libertà concessa dai regimi credo proprio che la cosa si protrarrà): gli utenti Internet cinesi che hanno provato a connettersi a Youtube, da quando su quest’ultimo hanno cominciato ad apparire video sulle proteste in Tibet, si sono trovati di fronte ad un simpaticissimo quanto significativo schermo bianco.
Trattamento decisamente diverso dai siti cinesi di video streaming, come 56.com, youku.com e tudou.com che evidentemente hanno fatto i “bravi bambini”, dove stranamente non è stata postata una sola di quelle scene relative alle contestazioni dove c’è stato anche più di un morto.
Davvero uno strano modo quello delle autorità cinesi di incoraggiare i suoi 210 milioni di navigatori ad usare internet a scopi educativi e di business, non credete?

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