La Cina non dovrebbe essere spaventata da Internet, se si ascoltano i proclami altisonanti del suo ministro degli esteri, che si è detto completamente all’oscuro delle misure repressive attuate in questi giorni dalle autorità del paese di Mao contro YouTube.
Il sito di video, proprietà di Google, è stato oscurato per ragioni ignote, ed un portavoce della multinazionale di Mountain View ha detto che si sta lavorando dietro alle quinte per trovare una soluzione “diplomatica” alla vicenda. Nel passato YouTube è stato bloccato più di una volta, ma più spesso è stato inibito l’accesso a dei video specifici. Recentemente, poi, il sito è stato strettamente sotto al controllo delle autorità cinesi a causa dell’anniversario delle proteste Tibetane del 2008. La maggior parte degli osservatori internazionali ritiene che l’oscuramento sia solo uno dei tanti risvolti della feroce campagna repressiva iniziata in gennaio, uno sforzo moralizzatore e politicizzato volto a ripulire internet dai contenuti per adulti ma anche dalle informazioni dannose al regime.
Immagine da labnol.org