Quando agli inizi di Internet si decise di assegnare un indirizzo IP per ciascun host collegato alla rete, i numeri sembravano talmente elevati da consentire l’accesso al World Wide Web a tutto il mondo. Adesso la diffusione di personal computer, smartphone, netbook, notebook, console e quant’altro ha saturato il numero di indirizzi disponibili. Rimangono veramente pochissimi indirizzi IPv4 disponibili che sono attualmente stati suddivisi in 5 blocchi ognuno dei quali sarà a disposizione di un continente. Terminati questi sarà impossibile collegarsi a Web.
A partire dal prossimo gennaio, termine ultimo per evitare la saturazione degli indirizzi IP, avverrà la tanto attesa migrazione al protocollo IPv6 che offre ben più ampie possibilità di indirizzo. Il passaggio sarà garantito dagli Internet Service Provider in maniera completamente trasparente e non cambierà nulla per gli utenti finali.
I maggiori Paesi del mondo si dicono pronti a questa migrazione, già annunciata da diversi anni. L’Italia però dimostra ancora la sua debolezza nel settore delle telecomunicazioni, poiché non è ancora tutto in regola per questo passaggio obbligato. E’ quindi necessario fare in fretta prima della fine dell’anno.
In particolare gli ISP italiani non hanno ancora modificato opportunatamente le proprie infrastrutture, mentre le grandi reti della Pubblica Amministrazione sono ancora basate solo sulla vecchia versione del protocollo IP e non sarebbero compatibili con la nuova.